BASA
""" 22 ~ pbsto tra l'Impero, la Casa di Savoi a, i Cantoni svizzeri era costretto a tergiversare in malintesi , in sottintesi. Realmente il Vallese era più in po– tenza che in atto sotto l'alta giuri sdizion e dell a Casa di Savoia, benchè l'impera tor e Corrado lo avesse, per testamento, assegnato ad Oddone, il conte di Moriana sposato alla fi gli a del conte di Torino, Ulderico Manfredi , la fa mosa Adel aide di Susa, insieme all 'anello ed alla lancia di San Maurizio, in pertinenza della poderosa abazia di Agauno, per la qual e ebbe non pochi prati Ade– laide, allorchè fu in vedovanza (8). In $ostanza, si trattava di un feudo « imme– diato » , conceduto dall'Impero in sottofeudo ai vescovi di Sion , dei quali , a partir da allora, fu – rono parecchi Savoia, in conseguenza della con– cessione testamentaria di Corrado. Il vincolo con l'Impero, assai antico, poichè già gli Zharinge n avevano tenuto l ' « avogadria >> dei vescovi sedu– nensi, si ritrova con l'anomalia del prelato ghi– bellino ; (9) epperò questi vescovi si intitolarono ora Conti, ora Prefetti del Vallese, alquanto libe– ramente e non senza contrasti. La gente vallesana ne teneva con orgoglio per questi suoi vescovi ed ogni atto di supremazia contro di essi, moveva le collere popolari. Così, allora che, nel 1503, un diploma imperiale ricon– fermava il sabaudo Filiberto il bello, nel vi ca– riato di Sion , si avvivò la stizza del litigioso ve– scovo Schimner, cardinal e di S. R. C. al titolo di Santa Potenziana, molto addentro nei maneggi dell'epoca ed abile in volgere a suo pro queste collere, non solamente, ma a cercar sfruttamento
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