BASA

'°" 188 w6 rrtuliebra da parte della parentela in quanto que– sta, a partire della metà del secolo XIII si va lentamente disgr ega ndo sotto l 'impul so delle idee romanistiche che vanno prendendo piede anche in Valle d'Aosta . Infatti nel 1266 troviamo per la prima volta una donna, Giacoma di Etroubles, cha fa una dona– zione al Gran San Bernardo senza l 'assistenza d i avvocati , non solo, ma senza la conferma dei parenti (1). Ma è anche necessario rilevare ch e il documento, per questo atto, non è la solit a carta auguslana, ma in tutto e per tutto si palesa simile ai docum enti dell'Alta Italia . Assistiamo proprio a un'infiltrazione del for– mulario italiano nell a Vall e d 'Aosta ? Il Pivano (2) par escluderlo, poichè senz'altro ammette che n ella seconda metà del sec. XIII le formule si conservassero integr e. Ora questo è in parte vero, ma non in tutto. Fra i documenti editi dal Bat– taglino , per la seconda metà del sec. XIII, su quindici, n e tro vo ben cinque che presentano il formulario dell 'Alt a Italia, di front e ad otto carte augustane (3), e cli qu esti sei, una clonazione del 1254 (4) è roga ta d a Amedeo clericus Auguste dic– tus de Donatio sacri palacii et domini comitis Sa- (1) B. xxxi, 16 febbraio 1266. (2) PIVANO: Le carie cit. pref. e osservazioni al doc. CXLV pag. 210. (3) L'ultima del 1297 (n. XL) è una sentenza arbitrale ed esula dai documenti di diritto privato. Altra sent enza ar· bitrale è quella del 5 agosto 1286 (n. xxxvII). (4) B. XXVII.

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