BASA
V/.> 192 WO m a nda se ver amente si a es istit a una comunione di beni in Valle d 'Aos ta, come a fferma il Pi va no (1). Non mi nascondo che la questione merita uno studio molto più profondo di quello che qui possa farsi, pure non posso dissimulare il dubbio che mi è nato alla lettura di qualche documento, in cui si accenna a proprietà distinta d el marito e della moglie , propri etù dell e quali ognuno di– spone come vuol e. Se gli esempi di comunione familiar e sono a bbondanti nei documenti (2) non mancano per altro verso esempi di separata ed autonoma ge– stione di beni. Tralasciamo, per un momento, qu ei documenti che ri guardando ali enazioni compiute da donne, ch 'ebbimo già l 'occasione di richiamare, e fermia– moci , invece, a considerare due documenti del sec. XII e uno del XIII secolo. Nel 1181 , Guglielmo , Aimone e Pietro, frat elli, vendono all'ospedale del Gran S. Bernardo illam conlaminam quam Agnes mater eorum habebal in C'orlano, ipsa volente et consenciente, vendila con– fermata dalla stessa Agnese e dalla moglie e dal figlio di Guglielmo. Orbene pochi mesi prima la stessa Agnese aveva donato all'ospedale del Gran ( I) PIVANO: Le Carte cii. pref. p. 67. (2) Esempi di comunione s i possono trovare, in ordine di t empo, nei segu enti documenti : P. xn (1167), P . XIV (1173), D. XLIII (1174), P. XVIII (1176), P. XLVIII (15) (1177), P. XXII (1181 ), D. XVII (1186), U. I V (1196), I'. XLIX (1202), P. LI (1203), P. x civ (1223), P. x cv I (1225), P. xcvI (1226), P. c m (1229), P. CVIII (1232), D. xv (1232), D. XLII (1242), P. CXXVIU (1245).
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