BASA

versi delle vane fasi di civiltà, quasi fenomeno di riflesso e di ripercussione piuttosto che manifestazione determinata di forze vive agenti. Le correnti diffonditrici della buona novella, l'una risalente da Roma, l'altra discendente dal basso Rodano, si incontrarono nella valle occidentale del Po, nelle regioni della Transpadana e della Liguria . La nuova religione non conquisto le masse se non tardi, la diffusione fu durante i primi secoli sporadica ed occulta, penetrando gradual– mente in tutte le classi sociali. In queste terre il Cristia– nesimo faceva scarsi progressi ; vi si seguivano a piccoli passi i passi da gigante che facevano Roma ed altre regioni d'Italia. Le frequenti comunicazioni fra l'Italia e le Gallie e le regioni del nord , favorirono certamente la diffusione del Cristianesimo. Le continue spedizioni militari, la ne– cessità di presidiarvi i confini portavano ai piedi delle Alpi Io stanziamento di legioni, composte in parte da militi cristiani. Lasciando da parte tutto cio che è puramente leggen– dario, non si ha traccia in Piemonte di un'evangelizzazione anteriore al ur 0 secolo ; sono di questa età S. Dalmazzo , la cui predicazione fece molti proseliti nel Cuneese, e S. Frontiniano che diffuse il buon seme nell 'Albese. Alla fine del Ur 0 secolo, forse all'a. 302, appartiene il gruppo di martiri taurinensi, Solutore, Advento, ed Otta– vio, che debbonsi ritenerc indigeni, benchè nei loro atti siano ritenuti martiri Tebei. Trattasi evidentemente di una interpretazione o di un innesto dei loro atti genuini su quelli dei celebri martiri Agaunensi. S. Massimo, Vescovo di Torino, in una delle sue belle omelie dice che il sangue fu da essi versato in domiciliis nostris. Sui loro sepolcri, la pietà di una nobile signora Iuliana, ricordata nella sequentia ms . della Novalesa, riportata dal De Levis, in

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