BASA
-- 13 - nella valle d ' Aosta ne1 tempi più an.tichi debba essere es1- stito un gran lati fonda di dominio imperiale, di cui le notizie citate ci aclclitano tracc ie esistenti ancora nei secoli XI , X II e XUI. Non intenclo atfrontar oggi la ricerca di questo deman io imperialc, ch e, corne le traccie additate dal Darmstadter provano, avrebbe occupato proprio il cuore della vall e e ne] medesirno tempo si sarebbc spin to tin nella remota. Valpellina, dove probabilmente non si apriva110 nè una strada, nè un valico a lpi no cl 'importanza particolare . Mi Jusi ngo, che non sia stato inopportuno segnalare a i dotti va lorosi di qu csta Accaclemia il problema, il qual e 1111 pare assai importante, qualunque ne sia la so luzione . ln fatt i, ove il latifondo irnperial e congetturato dal Darmstadter fosse realrnente esistito , noi avremrno la prova cl ' un arclito, se non feli ce tentativo , fatto dagli irn– peratori per allacciare il fuggente regno di Borgogna all 'or– bita dell 'irnpero anche rnercè le comunicazioni offerte dalle valli italiane ; se la ri sposta invece fosse negativa, noi dov rernmo all 'opposto conclud ere, che qu esta valle, quasi abbanclonata dagli irnpcratori , cadde successivamente in balia dei Franchi , dei Borgognoni , dei fe udatarii la ici in modo che la podestà irnperialc, se non di nome, di fatto, ne rirnase semprc esclusa . Questa soluzione non potrebbe sorprenderci : mentre nella Lombardia, clove l'impero si afferrnù in tutta la sua gran<lezza, per via dell e donazion i di questo, l'esercizio effeltivo della podestà imperialc tra– passà in breve nelle mani più miti dei vescovi, poi via via, sotto l'ala della potenza vcscovil e, nacquero e creb– bero numerosi e gloriosi i comuni ; in Piemonte l'autorità imperiale fu invece forz ata, per cosi dire, dai fcudatari laici ; i quali , prima, intorno a Berenga ri o II ed Arduino , fattisi sostenitori d 'una dinastia indigena, non oso dir na-
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