BASA
·-- 14 - zionale ; poi, anch e quando ebbero offerte le loro spadc in servizio degl' imperatori tedeschi, strappando per sè quasi tutte le concessioni imperiali, soffocarono nel suo primo crescere la potenza vescovile e cosi inclirettament.; anche il rigoglio dei comuni . Il qual fatto si pronuncià appunto più profonclamente ne! nord-ovest del Piemonte, dovc le case di Biandrate, di Monferrato, di Savoja fecero . ressa ad accaparrarsi l' esercizio delle regalie sfuggenti al– l'impero, mentre ne! Piemonte meridionale i comuni di Asti, Alessandria, Alba c più tardi anche quelh di Mondovi e di Cuneo, mossi non solo dal desiderio di sciogliersi dai vincoli feudali, ma anche clai bisogni dei loro fiorenti commerci e dall'ambizione di dominare su vasto territorio , cornbatterono lungo tempo e spesso vittoriosamente contro gli Aleramici, marchesi di Monferrato, di Saluzzo, del Car– retto , di Busca, contro gli Angioini già fatti signori di mezza Italia e contro i conti di Savoja ed in quelle lotte gl'imperatori più · volte intervennero, traendone incremento alla loro autorità. Ho accennato all'importanza, che il problema proposto dal Darmstadter ha per la storia generale. Ma esso è inte– ressantissimo anche per la storia Valdostana. A rilevar meglio il valore, che la questione sollevata ha per la nostra valle, mi si permetta di rievocare il ricordo delle relazioni, che q uesta ebbe coi regni transalpini, particolarmente coll 'impero. Le mura quadrate, che ne circondano, le torri e gli archi di trionfo ci dicono , corne fi n da quando il poeta scriveva c< tu regere imperio populos, Romane, memento )) , le legioni romane, passate sui cadaveri dei Salassi decimati, a vessero soddisfatto al clesiderio di aprirsi due buone strade, che potessero, all'uopo rapidamente condurle nel cuore .dell e. Gallie, sempre avide di cose nuove, o contro i fieri
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