BASA

dalle invasioni degli Avari, cosi di fendesse il regno e l'Im– pero, che aveva riposto sede in Italia , dalle velleità domi– natrici dei re dell'alta e bassa Borgogna. A quell'intento probabilmente i marchesi d'lvrea aspirarono poi anche ad impadronirsi della valle d'Aosta per portare il confine del regno in posizione più sicura, sulla vetta delle Alpi ; questo disegno doveva indirettamente anche contribuire ad italia– nizzar di nuovo, per quanto allora era possibile, la valle cl'Aosta ; infatti, Adalberto , figlio del seconclo Berengario , nel 960 compi la conquista ecl allora certo i latifoncli dei re di Borgogna, se ancora ne rimanevano, clivennero pro– prietà del marchese d'Ivrea ; ma Adalberto ed i suoi non restarono neppur essi padroni della valle, nella quale non lasciarono che la fama di <' rapaces lupi ». Restaurato ancora l'Impero per opera degli Ottoni ; le aspirazioni cosi borgognone corne italiane alla corona regia soffocate per sempre, l'Impero, sebbene gli Ottoni avessero voluto farlo universale e cristiano nel senso rigoroso della parola, divento tuttavia in sostanza tedesco. Allora comin– cio lentamente a formarsi in Italia il sentimento della nazionalità, negl'imperatori il dubbio , che l'Italia potesse spontaneamente star loro soggetta . Questo dubbio inclusse Enrico II, Corrado II ed Enrico III a porre ogni cura a rifarsi il demanio imperiale, già gravemente indebolito dall e donazioni dei Berengarii e degli Ottoni ai vescovi, ai mo– nasteri , alle imperatrici : gl'imperatori t edeschi rioccupa– rono una parte dei beni donati dai loro predecessori, rifiutando di riconoscerli ; colle confische nurnerose se ne appropriarono altri ; tuttavia la tragica lotta sostenuta da Enrico IV contro il pontificato, la Gerrnania ed il figlio rovino quegli ambiziosi propositi. Li riprese il Barbarossa, il quale, debellata Milano, del suo territorio si fece un vasto latifondo, ricondusse al suo demanio grandi zone

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