BASA

- 20 delle alpi e della valle Padana, e penso d'inghiottire anche la dote poderosa della contessa Matilde di Toscana. Ma anche i disegni del Barbarossa fallirono : Alessandria aveva dimostrato, che sui latifondi stessi degl'imperatori potevano sorgere e farsi invincibili i comuni ; Federico I dopo acerba lotta comprese, che gli bisognava riconoscer questi, che vano era il suo tentativo di sovrimporre l'Im– pero al Papato e rassegnato a farsi amici coi doni queUi, che non aveva potuto sottomettersi colle armi, mise final– mente anch'esso le mani nel demanio imperiale per mo– strare la sua larghezza. Federico II l'ultimo Cesare, che abbia saputo tener alta durevolmente la potenza dell'Im– pero in Italia, benchè ripigliasse la lotta dell'avo contro il Papato e contro i comuni, tuttavia non aspiro più a farsi vasti possessi demaniali, ne conservo appena alcuni punti per il loro valore strategico e, lui morto, l'antico demanio imperiale spari quasi del tutto. Nella valle d' Aosta tuttavia questa disparizione proba– bilmente era avvenuta assai prima, perchè gl'imperatori non avevano mai posto ad essa un'attenzione particolare. Carlo Magno, allorchè era disceso in Italia a sterminare la dominazione Longobarda, aveva attraversato il Monce– nisio e la via da lui resa famosa fu poi seguita da parecchi dei suoi successori. Il passaggio per la valle di Aosta acquisto invece fama allorquando, morta di con– sunzione la dinastia Carolingia, i Bosonidi dell'alta Bor– gogna e la dinastia di Provenza aspirarono all'Impero : già Arnolfo, chiesto in soccorso da Berengario I, a rintuz– zare le velleità borgognone entrava nella valle d' Aosta, saliva il Mongiove e coi saccheggi e col sangue s'apriva per la valle del Giura il ritorno in Germania. Tuttavia gl'imperatori tedeschi di solito discesero in Italia per le valli dell 'Adige e del Ticino : nelle lotte contro i papi e

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