BASA

- 2 1 - contro i comuni i remoti passi pcr la valle d 'Aosta non prestavano loro alcun vantaggio. Non avendo motivo di venirci, non sentirono poi neppure il bisogno di assicurar– sela col mezzo dei posscssi clemaniali . . Essi s'appagarono di conservar sopra la valle la loro . alta sovranità ecl a questo scopo basto loro lasciarla in feudo ad una casa valorosa e leale, la casa di Savoia. Questa, ripreso felicemente l'antico disegno dei marchesi d'Ivrea, compi il portento, per cui un paese, ch'era stato bensi romanizzato, ma che Franchi e Burgundi avevano sottratto al dominio della lingua e dei costumi italici, è tuttavia da secoli vigile difesa delle porte d ' Italia. Le complicate condizioni, che mi sono studiato di ri– trarre, dimostrano , se non erro, che uno stabile demanio imperiale nella valle d 'Aosta non potè quasi esistere ; ma cio non esclude, che qualche imperatore o meglio qualche re nell'alto medioevo abbia fatto il tentativo di fondarlo e che questo possesso demaniale abbia lasciato traccie di sè cosi nei « prati >> e nelle << terr<ee regum », che restarono ancora nel secolo XIII, corne nei possessi del vescovado e della collegiata di S. Orso, a cui la rnunificenza regia li aveva concessi probabilmente in dono. Ad ogni modo è quasi certo, che se la potenza ed i latifondi dell'Impero nella valle fossero stati più grandi e più vivi, la Chiesa d 'Aosta non sarebbe stata cosi povera, corne, illustrandone il Liber censuum, Mons. Duc, nostro presidente, recente– mente a ragione lo mostrava. CARLO MERI<EL.

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