BASA

- 508 - viennesi buoni facevano la lirn, oppure il Fiorino buono: ven– nero poi i deboli di cui ne abbisognavano 24; poi i corsibili di cui ne abbisognavano 28 e più tardi pe:rsino 34. 1 grossi pure deciinarono, sorp.ratutto quelli del Piemonte, al punto di valere il terza meno di quelli di Savoia e di Aosta, più tardi non valevano più che la metà. Cio spiega perchè nei conti dei tesorieii, dopo ogni somma, od almeno assai sovente ('nella somma finale sopratutto) si usi mettere il rapporta della moneta impiegata colla moneta base o di oonto, nella quale si cambiavano, onde pater chiu– dere le partite, e fare i riporti a nuo1vo. ZECCHE. 1 principi di Casa Savoia ebbero fin da epoca remota zec– che nei .Pil'incipafi centri dei loro dominii. Nel XIII secolo avevano zecche pro·p·rie in Cia1mberi, Bourg .en Brnsse, Pont d'Ains, Pont de Vaux, S.t Sinforiano, S.t Maurizio d'Agaune, Nyon, S.t Genix, Susa, Avïgliana, Aosta, Ivrea, Torino, Mon– calieri, Pine1I'olo. In più funzionavan.o le zeœhe Comunali ed Episcopali o Comitali nei luoghï principali di ogni Contea. Nella sola Valle di Aosta vi erano le zecche di Donnaz, Bard, Montjovet, Cly, Quart, Brissogne, Aosta, Châtel-Argent. Battevano pure moneta in Piemonte varie famiglie Prin– cipesche, della sfrrpe Aleramica, corne i Marchesi di Saluzzo e di Monferrato, quelii di Ceva, di Busca, di Savona, del Car- 1retto, ed usavano di tale privilegio i Conti di Dezana, di Cre– scentino, di Cocconato ed altri. A parte pero le monete di Saluzzo, di Asti e del Monfer– rato, le altre monete servivano solo pei bisogni locali. La moneta pero che alla fine prevalse su tutte fu, corne detto sopra, il gIYJ.sso tornese. ]j~ grosso tornese valeva, corne :PUl'O metallo, 1 franco e cie·nt. 41 della nostra moneta (1842) . Vedi LUIGI CIBRARIO - Economia Politica. MAGISTRI MONETARUM SOTTO AMEDEO VI. Amedeo VI conio malte monete, corne vedesi dall'elenco delle monete .più sotto riportato. Vogliamo qui ricordare solo qualche ordine di battitura di monete, emanati da Amedeo VI,