BASA
- 511 - Il 24 ottobre il Conte concedette a Filippo Bar.oncel/.o di Firenze (che nel 1364 era stato maestro nella zecca di Tara– sc,on.a in Provenza) di lavorare al marco di Ciambe.ri « in singulis locis nostris nostri Sabaudie Comitatus, citra montes, ubi provviderit eligendis », per 4 anni gnossi d'argentio., quarti e forti: aggiungendo che nessuno potesse in quelle provin– cie lavorar monete senza espressa licenza del detto Filippo: ed anche in Pieimonte, allo stesso prezzo di altri, al Baron– cello si concede1ssero le zecche. Durante. il regno di Amedeo VI comincio a distinguersi il fiorino boni ponderis che valeva 12 grossi, da quello parui ponderis , che valeva grossi 11 'h . Il genouino vale.va 2 grossi di più del fiorino bu-Oin peso, p e:rcio 14 grossi: ed H franco vaJ e.va fino a 15 grossi. Nel 1374 c.ominciavasi pure a trovare grossi di buon peso e di piccol peso, nella moneta di conto: perCio 11 'h dei primi facevano 12 dei secondi. Nelle monete basse t l'ovasi sempre la stessa confusione di forti escucellati e speronati, di genevesi, di viennesi del Conte e del Principe, di vecchi e di nuovi, e correnti, perchè va– ·riavano continuamente secondo le diverse battiture, secondo i luoghi e le epoche, Poche e rano le person e che avessero in quel tempo J1a ca– pacità di poter determinare con esattezza il valore delle mo~ n ete·: tali persone erano p.ercio tenute in grande stima. I Prin– cipi di Casa Savoia li impiegavano generalmente dando loro il titolo di « Commissarii Computorum Domini » oppure nelle gabelle e nelle riscossioni degh innumerevoli tributi lo•ro· do– vuti. Capitava pero anche a loro di perdere sul prezzo delle m onete, corne si puo rilevaire dai conti, qui sopra riportati, di Andrea Bellatruche. « MAGISTRI MONETARUM » NELLA VALLE D'AOSTA. Voglio fin.ire queste note sommarie, riportand.o i nomi dei principali « maestri delle zecche » che lavorarono nella Valle di Aosta. DONNAZ: 1341. Aldebrando e Bartolomeo Alfani di Firenze.
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