BASA
Académie Saint Anselme 215 No, niente latte, non aveva bisogno di nulla, stava be– nissimo e voleva raggiungere gli amici e cogliere tante genziane >. Solo i fiori e le farfalle potevano ripagarlo del sangue che in gola gli. faceva rigurgito dolciastro. Anch'egli gradiva tornare all'albergo con le braccia cariche di tanti fiori che raccoglieva attardandosi ad os– servare il volo delle farfalle che si posavano su di loro. E' infatti nella conca d'Ayas, e precisamente tra Fiery ed Antagnod, che egli 'preparà le didascalie per illustrare in un film le fasi della vita del Parnassius Apollo, che egli èefini « simbolo delle Alpi ,, , farfalla diurna della famiglia dei Papilionidi, (aventi il corpo nero e le ali biancastre, delle quali le anteriori con cinque grosse macchie nere e le posteriori du macchie orbicolari rosse cerchiate di nero), che, pur essendo caratteristica delle nostre Alpi, non vi è ormai troppo diffusa. Il progetto cinematografico era stato accettato dalla Ca– sa Cinematografica «Ambrosio Film» di Torino, - l'al– lora capitale cinematografica d'Italia e centre delle mag– giori tnanifestazioni artistiche ed industriali dell'epoca - la qual Casa gli pose a disposizione per la ripresa l'Ome– gna, che era uno dei più validi operatori. La pellicola fu premiata dal Ministero della Pubblica Istruzione e fu particolarmente elogiata dal celebre ento– mologo Jean-Henry Fabre, il quale conosceva il Gozzano per fama e ne recitava a memoria i versi della poesia Torfno. E deII'attenzione che Guido Gozzano dedicava al cine– matografo, tante da ridurvi per esso i terni 'più originali delle sue novelle e delle sue fiabe, sceneggiandole con grande sintesi di trama e scaltrezza di effetti, val qui la pena di ricordare quanto egli diceva a Carlo Casella (15) nel dicembre de 1910, in quanta si tratta di pensieri che ci è caro immaginare gli siano stati ispirati dai più tersi
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