BASA

220 Académie Saint Anselme Arnica, forse troppo a lungo e troppo superbamente noi c'immaginammo creature divine incomparabili, senza parenti sulla terra. Meglio ritrovarsi :tra i fiori e le farfalle, esser peregrin corne son quelli verso la meta sconosciuta e certa. Aveva cominciato il Fabre, con la sua Vito: deqli in· setti, seguito, ed anche un poco imitato, dal Maeterlinck della Vie des abeilles. a dard il brivido e la poesia della sconosciuto. Tuttavia il mirabile libre del primo apparte– neva ancora alla schiera dei trattati, se pur composta con criteri personalissimi: e l'opera del seconda, ondeg– giante fra la lirica e la realtà, si poteva riallacciare, pur col suo più largo respire, ai poemetti didascalici, di sapor bucolico, di altri tempi. Più' apertamente scientifico era stato Lorenzo Mascheroni, con quel suo Invito a Lesbia Cidonia che a suo tempo ci fece innamorare della mine– ralogia in genere e della cristallografia in ispecie, giu– dicata la parte, più arida, e invece la più sottilmente ar– cana, quella per cui Guido Gozzano scriveva (21): Medito un gran mistero, l'amore dei cristalli. la pietrcr vive, sente... . In tutto regncr l'Essenza, in tutto Io Spirito è diffuso... E nella scoperta di queU'Essenza egli approderà a Dio. « Le scienze naturali (diceva egli un giorno a Pitigrilli) che allontanano gli altri dalla credenza nell'anima, mi guidano alla fede .,, (22). A questa giungerà forse anche

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