BASA

62 C. FIOIŒ d'ora in poi Filippo III avrebbe dovuto ricordarsi che la Francia pacificata non si sarebbe più lasciata met– tere sotto il giogo straniero. * * * Riuscito a pacificare Francia e Spagna, Clemente VIII era ora arbitro tra Enrico IV e Carlo Emanuele I per la spinosa queotione di Saluzzo: l'attendeva quindi un arduo compito, irto di difficoltà e pericoli e la lenta e foboriosa negoziazione mi propongo ora di esaminare ponendo in luce il contributo apportato dall' attività svolta dal valdostano Pierre-Léonard Roncas, segretario del duca, e dal savoiardo René de Lucinge , suo amba– sciatore a Parigi sino al 1599. Carlo Emanuele giudicava molto negativamente la pace di Vervins definendola cc un impiastro e una ma– scara )) che subito si sarebbe guastata e scoperta , dal momento che la questione di Saluzzo era rimasta an– cora insoluta. Questo trattato palesava la debolezza della Spagna e toglieva ogni dubbio al duca su cio ch' egli poteva aspettarsi da quella nazione, sempre prodiga di promesse, ma avara di aiuti. La morte del suocero Filippo II ( 13 settembre 1598) lo aveva disgustato completamente: egli aveva lasciato alla figlia primogenita, fidanzata all' arciduca d'Austria, le 17 provincie dei Paesi Bassi e la Franca Contea, e ai figli di Caterina, defunta moglie di Carlo Emanuele 1... un crocefisso e un'immagine della Madonna. Carlo Emanuele decise quindi di staccarsi dalla Spagna e, convinto che la sua politica dovesse ora ap– poggiarsi a quella della Francia , inizio trattative con Enrico IV. Egli desiderava giungere direttamente ad un acco– modamento amichevole riguardo alla questione del mar– chesato ed evitare la mediazione del Pontefice da lui ritenuta inutile e pericolosa: o perchè comprendesse

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