BASA
66 C. FIORE be ina sprito l' animo del Pontefice, ingenerando il so– spetto che non volesse restituire il marchesato nè per sentenza, nè per accordo. Clemente VIII, sorpreso mol– to, ordinô al patriarca di mantenere , con ogni buon uf– ficio , le cose nei termini del compromesso, non essendo il papa disposto al deposito del marchesato in sua mano, fuorchè nella necessità d'evitare una nuova guerra. Il re, volendo ingraziarsi il Pontefice, lasciô intrav– vedere la possibilità di ulteriore dilazione, ma com– prendendo il sottile gioco dell' avversario, disse al Cal– tagirone: cc Mons. Patriarca , voi vedrete che il duca di Savoia con sottili invenzioni andrà sfuggendo e il com– promesso e il deposito e che il Papa non avrà modo di farrni giustizia con la sua sentenza; onde io sarô costretto a farmela da me stesso con la mia spada )) 13 • Il 17 giugno 1599 scriveva al Cornm. Bertone : cc ••• Non dornando se non quello che mi appartiene. In ogni modo vi prego di levare tutte le speranze che pos– sono avergli (al duca) date che io possa mai cedere su di un punto solo )) •• . Il Bertone ragguagliô il suo sovrano che gli rispose esser necessario conferire personalmente col re ed es– ser pertanto di sposto a recarsi in Francia , poichè in un giorno solo si sarebbero risolte le controverûe e firrnati gli accordi. Enrico IV rispose al duca per lettera, dicendogli che venisse fra un mese: in tale intervallo si concluderebbe la vertenza e vedendosi cc n 'aurons plus qu'à passer le temps et faire bonne chère )) 15 • E al Bertone precisava: venisse pure il duca e gli parlerebbe francamente: c< se non farà profitto di quanto gli dirô e proporrô, sarà suo danno >). (13) D. CARUTTI, op. cit., p. 502. (14) D. CARUTTI, op.cit., p. 502. (15) D. CARUTTI, op. cit., p. 503, n. 1.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=