BASA
CARLO EMANUELE 1 :E IL TRATTATO DI LIONE 67 Due fini si proponeva il duca col suo viaggio: lascia– re l' alleanza con la Spagna e legarsi alla Francia, qua– lora Enrico IV gli lasciasse il marchesato; oppure se ne– gasse cio, valersi dei legami che da tempo aveva con i grandi feudatari malcontenti del governo del re, e con l'aiuto loro e spagnolo rinnovare la guerra civile in Francia. Il consiglio ducale era contrario al viaggio, ma Carlo Emanuele fece dichiarare dal Roncas, giunto dalla Fran– cia, che il re gli aveva assicurato che, recandosi il duca da lui, la controversia si sarebbe composta senz'altra formalità. Parti quindi per Chambéry e di là, il ] 0 di– cembre 1599, con largo seguito, fra cui René de Lucin– ge, nominato il 25 novembre primo Presidente della Camera dei conti di Savoia, si diresse a Fontainebleau. Grande fu pero la sorpresa di Carlo Emanuele quan– do , parlando con Enrico IV della « vexata quaestio J> di Saluzzo, si senti rispondere ·- con uno strano « revire– ment d'opinion >> --- che era proLlenrn da trattariii. dai ministri e non da discutersi tra i due principi. Allora il duca f ece balenare al re la possibilità di conquistare Milano e Napoli, ma il re ostinatamente fa– ceva dipendere tutto dalla sistemazione della questione del marchesato. Analogo « revirement >> riscontro René de Lucinge nel primo ministro francese Sully: un giorno gli pre– sento una ricca tabacchiera, con il ritratto del duca con– tornato da diamanti, dicendogli che il suo signore avrebbe procurato al re di Francia più prezioso dono aiutandolo a conquistare Napoli e Milano. Ma di ri– mando il Sully gli rispose che l'onore del re reclamava la restituzione di Saluzzo e poi Enrico IV avrebbe aiu– tato il duca ad ottenere quello che egli proponeva al re: e staccato il ritratto, restitui la tabacchiera gemmata. Lunghi, difficili, non privi di amarezza furono i negoziati. S'interpose nuovamente il Patriarca di Co– stantinopoli e infine il Duca, fallito ogni altro conve-
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