BASA
68 C. FIORE niente tentativo di accordo , si trovo costretto , per u scire dalla situazione imharazzante in cui si trovava , a firmare il 27 febbraio 1600, un trattato di pace che gl'imponeva le seguenti condizioni: 1) il Duca di Savoia avrebbe dovuto « r endere e restituire >> il marchesato di Saluzzo a S.M. Cristianis– sima entro il 1° giugno venturo (art. 1); 2) il Re prometteva di non conferire il governo di quel paese a persona che il duca potesse considerare nemica (art. 2); 3) rimarebbe in arbitrio e facoltà del duca di ri– tenere il marchesato col patto espresso di cedere al re, nel termine del 1° giugno , « tout le pays de Bresse ... y compris la ville et citadelle de Bourg et les autres places qui en dépendent, Barcelonnette avec son Vicariat jusques à l' Argentière , la Val de Sture, celui d e la Pérouse avec tout ce qui en dépend, ensemble la ville et cha steau de Pignerol avec son territoire >> (art. 5); 4) il duca avrebbe facoltà di conferire coi suoi vassalli e sudditi in merito alla scelta dell ' uno o del– l'altro partito, sino al 1° giugno (art. 14); 5) se il duca scegliesse la restituzione del marche– sato, il Pontefice dovrebbe giudicare, secondo il trat– tato di Vervins, e pronunziarsi sulle questioni pendenti, entro tre anni (art. 16) " . E ' evidente che nè l'uno nè l ' altro partito era con– veniente a Carlo Emanuele, il quale non poteva accet– tare di riaprire le porte d ' Italia ai Francesi , dopo che da dodici anni lottava energicamente, mediante guerre e trattative diplomatiche , per impedire che la Francia tor– nasse a metter piede al di qua delle Alpi. Il duca parti da Parigi furioso p er lo smacco subito, determinato a non sopportare in veruna maniera le con– seguenze d ' un trattato ch 'egli aveva sottoscritto quasi 06) Traités publics... cit., p. 94.
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