BASA

CARLO EMANUELE 1 E IL TRAT TATO Dl LIONE 73 bisogna far qu esta pace o far la gu erra col suo (terri– torio) in man dei nemici )) . lntollerante di indugi , il 5 gennaio quando ancora non gli era giunta notizia delle nuove incertez:t: e del duca , ordinava che si preparasse la stesura definitiva del trattato per firmarlo. Gravi complicazioni porto ancora la notizia della avvenuta demolizione del forte di S. Caterina , effettuata dai Ginevrini col consenso di Enrico IV. L ' Aldobran– dini arse di sdegno , perchè era sommamente offen:âvo per la su a dignità che, in una pace n egoziata coll' auto– rità del Papa e per mezzo del suo Legato e nipote, si permettesse ai « ribelli di Santa Chiesa e nemici di Dio )) di smantellare una fortezza costruita dal duca sabaudo proprio per contener e il diffondersi dell' eresia. S'in– terpose il Sully e riusci a rappacificare il cardinale con il re, che era senz' altro disposto ad acc;ettare le condizioni convenute. Occorreva ora la ri sposta di Carlo Emanuele, cui i suoi plenipotenziari av~vano annunziato Io smantella– mento del forte di S. Caterina , domandandogli il suo parere sui contegno ch' essi dovevano t en er e in tale cir– costanza. Giun se finalmente la ri sposta del duca che ordinava di cc concludere ad ogni modo la pace, benchè il re non desse altra soddisfazione )). Sicuro d'aver finalmente il consen so d 'entrambe l e parti contendenti, il cardinale concreto gli articoli coi deputati dell ' una e dell ' altra parte e il 14 gennaio li riuni p er la prima volta insieme per darne loro lettura; ma poichè la seduta si protrasse fino cc a grand ' ora df notte )) , fu stabilito di comune accordo di rimandare al giorno seguente la firrna. Nella notte si ebbe ancora una sorpresa: i deputa!i sabaudi ricevevano ordine dal duca di non sottoscri– vere gli articoli concordati. ln procinto di partire per un abboccamento con il conte di Fuentes, Carlo Erna-

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