BASA

60 L. COLLIARD cenzo IV che nel 1243 l'aveva nominato vescovo di Aosta. Il du Châtelard diveniva tre anni dopo arcivescovo di Taran– tasia. Identica situazione si ripeteva nel 1274, all'apertura del Concilio lionese II (ecumenico XIV, primo tentativo di unio– ne della Chiesa greca con la latina). La -cattedra di S. Grato trovavasi allora vacante in seguito al trasferimento a Vercelli del vescovo di Aosta Aimone di Challant, avvenuta lo stesso anno. Lo storico vercellese Corbellini, citato dal Duc 3 , riferi– sce che il prelato valdostano accolse a Vercelli il papa Gre– gorio X che stava dirigendosi verso Lione, accompagnato da S. Bonaventura; Aimone di Challant si pose al seguito del Pontefice. La storia è parimenti muta per quanto concerne la pre– senza del Beato Emerico I di Quart al Concilio di Vienne, (ecumenico XV, 1311, problemi relativi all'anima intesa corne « forma corporis »). Occorre pertanto giungere al grande Concilio di Costanza (1414-18) per notare finalmente una, anzi due presenze valdostane alle sedute conciliari. Il Concilio ecumenico XVI riunito a Costanza, in Sviz– zera, pose fine alla Scisma d'Occidente, mediante l'elezione d'un unico Papa nella persona di Martino V; condanno pure gli errori di Wiclef e di Hus. Uno ·dei principali atti conciliari, fu la deposizione di Giovanni XXIII , uno dei tre pontefici fra cui la Cristianità trovavasi divisa. La Chiesa valdostana, alla stregua delle chiese francesi e piemontesi, aveva aderito all'obbedienza di Giovanni XXIII il quale s'era scelto a precipuo collaboratore, l'unico cardi– nale d'origine valdostana che la storia ricordi, Antonio di Challant, fratello di Bonifacio I di Fénis 4 • Personaggio di gran rilievo, il cardinale di Challant, che in precedenza era inter– venuto al Concilio di Pisa ed alla elezione di Alessandro V e (3) J.-A. Duc, op. ctt., II, Aoste 1907, p . 448. (4) Sul cardinale di Challant vedasl, S. Vesan, Le cardinal Antoine de Ch.allant, Aoste 1906.

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