BASA
COMMEMORAT ION DE M. C. DAVISO 7 uscite solo recenternente alla luce con i tipi di Einaudi ed in una bellissima veste tipografica. Attratta dalla figura di questo cortigiano, che fu consigliere e uomo di fiducia di Carlo il Temerario, Luigi XI e Carlo VIII, la Daviso capl presto corne le sue Memorie , di capitale interesse per lei per il pe– riodo studiato, ma anche interessanti per gli Italiani in ge– nere non solo perchè gli ultimi libri riguardano vicende po– litiche e militari che si svolsero nel nostro paese - e preci– samente l'impresa di Carlo VIII e i suai riflessi nella nostra penisola - ma anche perchè , alla scuola di Luigi XI, il Com– mynes era divenuto , per cosl dire, un esperto della politica italiana, sono a un tempo le Memorie di un politico ricco di consumata esperienza umana e che ha sentito corne pochi , alle soglie dell'età moderna, i problemi ed i valori della po– litica; e di uno storico di singolare acutezza e maturità di giudizio, c::tnace corne pochi d'intendere i grandi problemi ed eventi del sua tempo e di valutarne la genesi e i riflessi, prossimi o remoti . « Commynes - e sono parole testuali della Daviso - non è quindi nè l'illustratore di un::i. raffi– nata vita cortese, nè l'araldo delle gloriose gesta dei prodi cavalieri e neppure l'attefice che sbalza medaglie cli illustri prlncipi con i tratti di una virile baldanza e di una fiera virtù. Egli è un uomo di mestiere che insegna il sua mestiere cli nomo di Stato ; è l'::irtigiano che smonta pezzo pet pezm quel difficile congegno che è la politica pet rivelarne i ri– posti segreti ... fadi è fermamente convinto che l'esperienza del passato sia della massima utilità per l'istruzione politica ... A questo fine, ...cercherà di trarre dal sua racconto tutto l'utile che puà dare una lezione pratica; non un trattato teo– rico, nulla di sistematico, ma un'analisi minuziosa dei casi reali, esaminati e considerati nella loro genesi e nei loro mo– venti. Di qui, quel sua osservare la realtà senza illusioni e senza idealizzazioni , quella sua obiettività senza pudori, quel sua tono disincantato e spregiudicato, lontanissimo e dai ca– vallereschi convenzionalismi e dai classicheggianti travesti– menti; quasi un andare, corne nsava il re Luigi XI, in corti e bruni panni fra le variopinte sovrabbondanti vesti di quel-
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