BASA
12 M. A. BENEDETTO era stata nominata fin dal 193 5 socio corrispondente e dal 1942 socio effettivo) e il Bollettino Storico Bibliografico Su– balpino ; e i vari Presidenti che quest'illustre Società acca– demica, vanto di Torino e del Piemonte, l'ebbero preziosis– sima, insostituibile collaboratrice, per la sua attività molte– plice e instancabile, umile, spesso, fino all'abnegazione ed al sacrificio. Uno dei ricordi più vividi e cari della Daviso me l'ha lasciato l'inaugurazione della Biblioteca Patetta, in occa– sione della quale, durante l'orazione inaugurale tenuta dal prof. Astuti, questi ebbe la bontà di ricordare corne anch'io, nonmtanre i miei titoli accademici, mi ero sottoposta alle fatiche più umili e pesanti per accelerare l'opera di riordi– nrimento e sistemazione del materiale librario; al che la Da– viso mi si rivolse con un luminoso sorriso e con ripetuti, vivaci cenni del capo, corne per significarmi che anche lei aveva fatto lo stesso , senza pet questo sentirsi minimamente menomata. Era ritornata agli studi, ho detto; ma in diverso campo. Sia per influssi esterni, quali quelli rappresentati dal Bloch e dalla Kulturgeschichte, che avevano ridestato l'interesse per lo studio di inventari, catasti, testamenti, sia soprattutto per un'intima esigenza, la Daviso aveva, già prima della guerra, rivolto la sua attenzione ai preziosi catasti di Chieri del Due– cento, i più antichi che si conservino in ltalia, che costitui– scono un complesso quasi unico nel loro genere e una fonte di primissimo ordine non solo per la storia del comune stesso, ma per quella dei comuni in genere e per lo studio della loro vita economica in special modo; e ne era venuto fuori dapprima quel suo lavoro pubblicato nel 1937 nel Bollettino Storico Bibliografico Subalpino, ed infine il CLXI volume della Collana della Deputazione Subalpina di Storia Patria ( sèguito della Bibl. Soc. Stor. Subalpina), deliberato in occa– sione del XIX Congresso della Deputazione tenutosi appunto a Chieri nel 1937. Intima esigenza, ho detto, che da quella abiITssima ricostruzione di ambienti, che già aveva rivelato nelle due biografie giovanili, spingeva la Daviso, attraverso l'esperienza vissuta con il « suo » Commynes, alla ricostru-
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