BASA
Il cardinale Marc'Antonio Bobba 63 consiglio dei Commessi ebbero l'onore di essere presiedute da un prin– cipe di santa romana Chiesa. Nel 1565 Emanuele Filiberto si rivolgeva al Bobba pet avere consiglio sul modo di comportarsi con gli eretici, poichè la ribellione dei Riformati era giunta al culmine, pet cui il duca aveva deciso di ricorrere alla violenza ed allo sterminio, dal momento che la tolleranza a nulla più giovava, anzi essa aveva dato, quasi ovunque, scarso frutto ... ; congreghe riformate continua– vano infatti a sussistere più o meno apertamente in tutti i centri principali ; ministri riformati giravano segretamente, rincorando i pusillanimi e titubanti, distribuendo la cena, diffondendo scritti ereticali e sostenendo dispute teo– logiche con i laici e gli ecclesiastici 156. 1 fatti sempre più gravi 157 indussero percià il duca « ad intra– prendere cià che egli ad un tempo temeva e desiderava : rompere cioè l'indugio della tolleranza e formulare l'editto di persecuzione gene– rale » 158. lnvià copia dell'editto ai principali mrn1stri e senatori che for– mavano il suo Consiglio di Stato , e li pregà di esprimere il loto parere intorno al ·contenuto del medesimo e sul modo migliore di fado ese– guire 159 . L'editto - scrive lo stesso duca - era per reprimere l'audatia dei rifor– mati ; gli eccessi commessi dalla nuova religione, la quale cresceva di maniera che se non gli rimediamo, si concitarà l'ira di Dio contra di noi et ne seguiranno de le seditioni et altri gravi travagli et rovine 160. (156) A. PASCAL, Il Piemonte riformalo e la politica di Emanuele 'Filiberto nel 1565, cit., pag. 396. (157) Dovevano essere accaduti fatti assai gravi negli anni precedenti. Lo afferma una Jettera del duca al vescovo Bobba, in data 14 agosto 1562 : « ... Già si è visto in Cherio li crucifissi appiccati per la gola in piazza, et ridersene di giorno coloro che tama empietà et sceleratagine havevano commessa di notte. Non se ne fece tanto in Lione infin al giorno della rivolta... » M. GROSSO, La Controriforma nella arcidiocesi di Torino, cit., pag. 104. (158) A. PASCAL, op. cit., pag. 397. (159) Nel frattempo li invitava pure a riflettere sulla convenienza di far pubblicare anche in Piemonte i decreti del concilio di Trento, che già erano stati promulgati negli stati vicini. (Ibidem, pag. 396). (160) Ibidem, pag. 400.
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