BASA
64 R. Borelli Due sono le risposte di nostra conoscenza : quella del r:onte Amedeo Valperga di Masino e quella del cardinal Bobba, assai discordanti tra di loro. La risposta del conte di Masino, in data 24 aprile 1565 , è una cordiale ed incondizionata adesione al program– ma del daca. Il Bobba. invece, esortav::i il principe alla moderazione ed alla prudenza 161 , manifestandogli i suai dubbi e timori sul risul– tato pratico di un editto di persecuzione generale ; invitava percià il duca ad applicare i rigori dell'editto in luoghi e momenti diversi, a momenti diversi, a poco a poco, anzichè dappertutto e contemporanea– mente. Ma il parere del Bobba, per quanto previdente ed energica– mente espresso, non fece presa sull'animo di Emanuele Filiberto, che preferi attenersi al partita, dell'aperta violenza e dello sfratto gene– rale, partita condiviso dal conte di Masino e da altri senatori . Cosl, il 25 maggio 1565, veniva licenziato in Torino l'editto di persecuzione generale 162 . (161) « ... piacesse a Dio - cosl si esprimeva il cardinale - che nelli stati di V. Alt.a fosse cosi poco il numero degl'heretici, ch'il banda il quai contra essi nella forma di editto è ordi– nato, si passa facilmente et senza pericolo di tumulti eseguire. Ma perchè dubito ch'il numero di costoro sia troppo più grande ch'io non vorrei, questo mi dà ardire di supplicar V. Alt.a a considerar questo sol punto. Et s'a lei pare di pater far osservare questo banda senza pericolo suo alcuno, io laudo che prontamente si faccia. Ma s'ancora dubita del contrario, et io son del contrario parere, perchè stimo molto manco male non far questo bando, che facendolo et non essendo osservato, ne seguono due mali effetti: l'uno la disobedienza senza punitione, onde ne nasce il dispregio del autorità del Principe: l'altro qualche perdita notabile di V. Alt.a la quai io non stimerei di V. Alt.a solo, ma insieme della cattolica religione et della santa sede apostolica, il che a me e per l'uno e l'altro rispetto doleria sommamente... ; Non vorrei dunque che mentre ci sforziamo con un bando generale cacciar via tutti gl'heretici, o non facessimo effetto alcuno, o uero dessimo causa a qualche mal umore, ma ch'imitando quel buon uecchio, a poco a poco, spogliassimo questa coda, cioè estirpassi mo l'heresie. Io stimo assai che i popoli di V. Alt.a e per questo nuouo editto di nuouo conoscano la mente sua essere che omninamente si uiua catolicamente, et molto più stimarà quando vedrà che contra gl'inobedienti si farà qualche seuera esecutione et non dubito punto che il castigo d'otto, o de dieci non faccia l'uno de' suai buoni effetti , cioè che gl'altri , o si ritirano dalla mala vita loro o uero che da se stessi s'assenteranno dal paese. Et cosi V. Alt.a senza strepito haura l'intento suo, il quai acciochè più faci lmente s'eseguisca, saranno al mio giudicio necessarie due cose: l'una che V. Alt.a consideri molto bene, quali siano i suai Gouernatori, Giudici et altri officiali. Et se ue sono alcuni sospetti di questa peste gli leui et ne proueda d'altri; l'altra che non si manchi di tenere buoni et assidui Predicatori. Et perchè sarla impossibile in agni luogo mantenerne uno, sarà bene ordinarne un numero alli quali si dia cura d'andar predicando le domeniche hora in una terra hora in un'altra di quelle <love non sarà predi– catore ordinario. Et che si comandi in nome di V. Alt.a a quelli del luoco dove si predicarà, che debbiano tutti assistere aile predicazioni, nelle quali i Predicatori habbiano ordine di dechiarare il cathechismo per ben instruere i popoli nella fede et precetti dlla chiesa » (A. PAS– CAL, Lettera del cardinal Bobba ad Emanuele Filiberto, op. cit., pag. 400). (162) Ibidem, p. 402.
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