BASA
66 R. Bore/li L'esperienza riusd, perà, amara per il duca che non si aspettava tanta ostinazione nei Riformati. Egli spopolava le sue terre e perdeva i sudditi senza guadagnare le anime ... ; mai corne allora la fede catto– lica e la sicurezza della Stato avevano corso un pericolo tanto grave. Emanuele Filiberto comprese che le previsioni del Bobba si andavano avverando a pieno, per cui decise di ritornare alla moderazione suggeritagli dal prelato, confessando apertamente l'insuccesso, corne lo possiamo desumere da una lettera che Io stesso duca scrisse, in data 11 ottobre 1565, al Mazuelo, alla carte di Madrid, il quale gli veniva offrendo soldatesche per sterminare gli eretici : Facendoli morire, ne nascerà indubitamente tumulto e sollevazione, e, lasciandoli fuggire, non guadagniamo le anime e perdiamo le persone, facciamo disabitare il nostro stato e popoliamo l'altrui, restando in ogni modo la peste in casa, attesochè tutti quelli che sono infettati, non si sono dichiarati nè usciti dal paese.. . ; la religione cattolica non fu mai piantata con la forza degli eser– citi, nè con la violenza delle armi, ma ben con la verità del verbo e prtdicata da quelli che oltre la dottrina, poteano anco muovere con la esemplarità dei buoni costumi ; percià a mio giudizio tutti i mali si toglieranno riformando prima con effetto li buoni costumi e in prendere di buoni pastori che stiano alla custodia del suo gregge... bisogna stirpare le radici della avarizia e dell'am– bizione ed è necessario ancora che gli principi non tenghino alla corte per pompa e gloria li prelati che hanno cura d'anime, li quali spendono i beni dei poveri senza profitto spirituale 163. Nell'ottobre della stesso anno, il cardinale partecipava al sinodo provinciale tenuto nella metropoli milanese da S. Carlo Borromeo. Pochi mesi dopa il Borromeo inviava al Bobba le costituzioni sino– dali, perchè se ne servisse a bene della diocesi ; lodava intanto ed inco– raggiava lo zelo con cui il pastore andava attuando l'opera salutare di riforma fra clero e fedeli della Chiesa aostana, dove il bisogno era grande, corne altrove 164 . Nel febbraio del 1566, il Bobba era a Roma pet l'elezione del nuovo Pontefice, Pio V 165 , e per il disbrigo di altri affari concernenti (163) F. RuFFINI, op. cit., pag. 398 e segg. (164) Lettera del Borromeo al Bobba, ms. Bibl. Ambrosiana, p. I , inf. 149. (165) Il Morozzo riporta una Jettera del re di Spagna, Filippo II, indirizzata al cardinal Bobba in data 20 marzo 1566. Il sovrano ringrazia il cardinale per quanto aveva fatto perchè si operasse quella « buona, breve e santa elezione del nuovo Capo e Vicario di G. Cristo » (MOROZZO, op. cit., pag. 220).
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