BASA
Il cardinale Marc'Antonio Bobba 75 SS.mo in un luogo « indecentem ... inhonestum ... plenum pulveris ... humidum... », con ragni ed altre bestiole, in tutte le altre, per buona fortuna, il rispetto verso la SS.ma Eucarestia era abbastanza sentito. I termini usati in merito dal Vescovo sono infatti : « locum decen– tem... satis honestum ... sufficientem... ». Si distinguono per il decoro con cui custodivano il SS.mo Sacra– mento, la chiesa di Civoyes, Pré-Saint-Didier e La-Salle. La teca era generalmente « deaurata », salvo poche eccezioni ri– guardanti soprattutto le cappelle, nelle quali si trovà la teca in rame, ottone, bronzo e stagno. Accadeva perà soven te al vescovo di trovare riposta con il SS.mo un po' di tutto ... vasi sacri, ceri, manutergi, olii santi, reliquie, libri, veli, ecc .. In quasi tutte le parrocchie , percià, il visitatore ordina, sot– to pena di interdetto : fieri unum armarium ligneum ponendi super altari ma10rl.. . quod armarium debite intus et foris depinga tur ... et intus panno serico hornatur et describatur foris « Hic Deum adora » ... in quo armario Sacramentum tantum reponatur et non alie res ... et iussit fieri clavem qua tabernaculum debite serretur... Viene pure dato ordine, sotto pena di scomunica e di venticinque scudi d'oro da applicarsi alle opere pie, che sotto la custodia del SS .mo fosse posto un corporale « mundum et nitidum » e non carta od altro, e che « die noctuque teneatur ante altare maiori lampada ardens ». Si esorta quindi la confraternita del SS.mo Sacramento, eretta in quasi tutte le parrocchie, a provvedere con generosità alla campera dell 'olio per la lampada. Dai manoscritti desumiamo che il vescovo proibisce a tutti i par– roci indistintamente di tenere consacrata l'ostia grande, se non nella festa ed ottava del Corpus Domini ; il che ci fa pensare - scrive il Duc - che l'uso della benedizione eucaristica non fosse ancora stato introdotto in diocesi 185 . Riguardo poi alle ostie piccole, trovatene « in magna quantitate », ordina a tutti, immancabilmente : « eas sumi et non teneri nisi sex ». (185) J.-A . Duc, op. cit., tomo VI , pag. 120.
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