BASA
76 R. Borelli Secondo il Duc, l'ordine starebbe ad indicare che la Comunione frequente non era praticata dai fedeli 186 . Molto probabilmente, più che l'assiduità, faceva difetto nel po– polo l'istruzione religiosa, per cui c'era il grave pericolo che si acco– stasse al Sacramento dell'Eucarestia senza le dovute disposizioni. Ma Io scopo dell'ordine dovette proprio anche essere quello di impedire che si conservasse una quantità esagerata di sacre ostie, con pericolo di gravissime mancanze verso il SS.mo . A Fontainemore, infatti, fu– rono trovate « fracte et fracmentate » ; altrove non conservate con il dovuto decoro, in mezzo a due fogli di carta, su corporali indecenti o del tutto prive di una custodia. Il parroco di Pré-Saint-Didier ne aveva un numero talmente grande da essere egli stesso in dubbio se fossero tutte consacrate. Datosi canto del corne si conservasse il SS.mo, il Ferragatta pas– sava ad esaminare i vasi sacri che avevano contatto diretto con l'Au– gusto Sacramento, ossia, calici e patene 187 • Anche a questo riguardo si verificano penose constatazioni, poi– chè se in alcune chiese il visitatore trova tali vasi conservati « cum decore, decentia, reverentia », corne risulta per Civoyes, Charvensod, La-Salle, Donnas, Chesalei:, Gignod, Saint-Denis ed altre ancora, al– trove invece sono trovati : « immundi ... male nitidi defectu cura– to ... ». Cosl a Quart, Valpelline, Rhèmes, Hône-Bard e Antey. In parecchie altre chiese sono « irriverenter tenti ... non debite compagi– nati ... fracti ... » e cià a Courmayeur, Gressan, Nus, Valtornenche, ecc .. Ve ne sono di quelli completamente inservibili perchè non consacrati, corrosi, oppure perchè di rame, ottone, bronza, corne quelli, ad esempio, della parrocchia di Saint-Etienne, Villeneuve, Sarre, Pré– Saint-Didier. Ad Introd si dà ordine espresso ai parrocchiani di pro– curarne uno in argento nel termine di sei mesi. (186) Ibidem, pag. 130. (187) Trattandosi di parrocchie e cappelle di montagna, piuttosto poverc a quei tempi, dobbiamo dire che erano abbastanza provviste di vasi sacri corne, in generale, degli altri para– menti ed arredi liturgici . In alcune chiese si arrivava fi no a cinque calici con rispettive patene; generalmente ogni parrocchia ne aveva tre, non mai meno di due. Le chiese più ricche di paramenti risultano quelle di Courmayeur e di Issi me.
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