BASA
82 R. Bore/li Addossati ai muri della chiesa troviamo fienili, granai, legnaie, forni , oppure case private e botteghe. Sotta la chiesa stessa vi erano cantine con vino, olio, formaggi od altro . A quest'ultimo riguardo citiamo due ordini fra i tanti ; il primo è per il parroco di Arvier : « ... ut habeat vacuare cellarum existens subtus ecclesiam et non ab inde poni vinum neque alia res ... ». L'altro è per il parroco di Ayma– villes : « ... subtus ecclesiam ipsam curatus tenet doglia , tinas et tor– cular, quod est indecens ». Il visitatore diede, volta per volta, precise disposizioni a fine di porre un deciso rimedio alla grave mancanza verso i luoghi del sacro culto. I restauri dovevano essere eseguiti immediatamente, sotto pena di interdetto, alcuni a spese dirette del parroco e del vicario, altri a carico dei fabbricieri , con il generoso concorso dei parrocchiani, nei quali il vescovo cerco in tutti i modi di risvegliare il rispetto per il tempio divino, « luogo in cui il sentimento religioso , corne in natural sua sede, si estrinseca e manifesta » 193 . Insistè particolarmente sulla pulizia che doveva regnare nella casa di Dio e a questo fine raccomando, fra l'altro, la chiusura delle finestre e delle porte, perchè non entrassero uccelli ed altri animali . Volle le chiese convenientemente illuminate, sufficienti ad acco– gliere i fedeli , munite delle suppellettili liturgiche indispensabili (ban– chi, sedie, confessionali, ecc .), decorose anche nei minimi particolari, pur nella semplicità e nella povertà. Ordine tassativo fu quello di chiudere le chiese al tramonto per non riaprirle che all'alba del giorno seguente . Norme rigorose vennero pure stabilite relativamente alla sacre– stia : innanzitutto non doveva più essere adibita a ripostiglio di sorta ; doveva presentarsi decorosa e sufficiente a contenere gli armadi per i sacri arredi e quanto altro avesse attinenza con l'esercizio del sacro culto. Nella sacrestia non doveva mancare il sacrario ; soprattutto in essa il sacerdote doveva aver modo di attendere convenientemente alla preparazione ed al ringraziamento della santa Messa . (193) Ibidem, pag. 177.
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