BASA
8 R. Borellt il vescovo si trovà necessariamente, e più che mai, impegnato nella duplice difesa. Comunque, resta indiscusso il fatto che il Capo della diocesi aostana fosse assorto in molteplici occupazioni che troppo lo disto– glievano dal suo primo ed importante dovere di pastore di anime. Le conseguenze che derivavano dalle continue e lunghe assenze dal suo campo diretto di lavoro, se non sempre erano gravi, erano tuttavia sempre molto negative. La diocesi veniva nel frattempo affidata ad un Vicario. Fortu– natamente molti di questi erano uomini pii, dotti ed abili nel governo ; tuttavia la necessità di una più assidua e diretta azione del vescovo era fortemente sentita specialmente tra il clero, poichè, qui corne al– trove, la rilassatezza religiosa dominava e la disciplina ecclesiastica lasciava molto a desiderare, pet cui la moralità era in difetto e la legge del celibato talvolta apertamente violata. I parroci, inoltre, non si curavano troppo della residenza ; pre– occupati soprattutto di integrare le proprie rendite, erano trascurati nell'adempimento dei loto doveri, negligenti nell'istruirsi e nell'istrui– rc il popolo di modo che l'ignoranza religiosa era la vera piaga del tempo, dalla quale necessariamente scaturiva la corruzione della mente prima, e quindi quella dei costumi . L'ingerenza del vescovo negli affari temporali Io portava ad essere coinvolto in liti e contese con i signori feudali, castellani e con i comuni, pet questioni di nomine, regalie, decime, censi e diritti ; non sempre gli interdetti, le scomuniche ed i decreti del Principe avevano la forza di comporte le divergenze, cosicchè il prestigio del vescoyo ne scapitava, mentre lo spirito religioso del popolo non ne traeva certamente vantaggio 8 • Il lungo episcopato del vescovo Francesco de Prez ( 1464-1511) aveva contribuito notevolmente al rinvigorimento della discipilina ec– clesiastica, Era stato nominato da Pio II con bolla del 4 aprile 1464. Ma il nuovo eletto non fu gradito al capitolo di S. Orso che lo ritenne troppo giovane ( contava 28 anni) e di modesta presenza. (8) C. LOVERA DI CASTIGLIONE, Calvino ad Aosta, Aosta 1936, pag. 14.
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