BASA

18 R. Borellt adultero, ladro e principale sovvertitore di Torgnon e di Antey. L'ere· tico fu condannato ad un mese di carcere nella fortezza di Cogne , feudo del vescovo, e poi al bando perpetuo. I processi di eresia nella Valle di Aosta erano mossi, corne altrove, dai vescovi e dai loro vicari generali. L'esecuzione della sen– tenza era riservata al braccio secolare formato , in Valle, dai « Pari, Nonpari e Consuetudinari » ai quali il condannato veniva consegnato. Veramente gli inquisitori si erano stabiliti in molte diocesi degli stati sabaudi, ma il loro modo di agire e le loro disposizioni non fu– rono accette al duca Carlo II che protestà presso il Papa Leone X. Questi, con breve apostolico del 28 maggio 1515, proibiva espres– samente agli inquisitorL sotto pena di censure la cui assoluzione era riservata alla S. Sede, tranne il caso di morte, di procedere in alcun modo contra i sudditi della Savoia sia ecclesiastici che secolari, per qualsiasi crimine, sia pure in caso di eresia o di cattura, con torture o sentenze tanto provvisorie che definitive, se non in presenza degli Ordinari del luogo, dei loro Vicari generali e degli ufficiali, dopo le dovute informazioni e sufficienti esami. Tutto cià che fosse stato eseguito contrariamente a questo or– dine , sarebbe stato dichiarato nullo. Il Breve venne pubblicato in tutti gli stati sabaudi 34 . Nel ducato di Aosta l'Inquisizione fu uno dei problemi più gravi che abbia tormentato l'autorità ecclesiastica e quella civile. L'una e l'altra non vedevano altro nel tribunale suddetto che un attentato alle esenzioni, immunità e privilegi tipicamente gallicani, dei quali la Chiesa aostana godeva da epoca antichissima. L'opposizione sorgeva quindi naturale e a volte tenace. I vescovi la ostacolarono meno, perchè erano obbligati, fossero o no convinti, ad ubbidire agli ordini della S. Sede quando il dogma veniva intaccato. Più decisa era l'opposizione del clero che sapeva far valere i propri diritti dinanzi a chiunque e voleva godere dei privilegi della Chiesa gallicana a suo comodo senza rinunciare a quelli delle Chiese (34) J.-B. DE TILLIER, Historique de la Vallée d'Aoste, Aoste 1888, pag. 168.

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