BASA

.34 R. Borelli dimento della stato, non esito a scegliere il vescovo di Aosta, della cui dottrina, abilità e destrezza non poteva dubitare. L'ottima armo– nia che il Bobba seppe mantenere fra Roma e il duca, per la qual cosa dovette destreggiarsi non poco, soddisfece appieno l'aspettativa delle due corti 79 • Accenniamo qui, nei limiti che ci è dato di conoscere, all'attività svolta da mons. Bobba durante la sua permanenza a Roma. Emanuele Filiberto cercava in tutti i modi di ricondurre gli abitanti delle valli d'Angrogna e di Ginevra non solo al suo dominio, ma anche alla fede cattolica e cio voleva fare sia perchè era di suo grande interesse politico, sia perchè le istanze in merito provenienti da Roma erano incessanti. Ma per siffatte imprese gli occorreva molto denaro, soprattutto per mantenere nel ducato abili predicatori. Il duca, avendo ottenuto da Roma risposta negativa a richieste d'aiuto, cosl scriveva al Bobba : ...se domenedio non manda i soi esserciti dal cielo, poi che non si vogliono far in terra da colora che gli ponno et doveriano fare, potrebesi vedere un'altra Ginevra, un altro Lione e un altro Orleans in ltalia che Dio non voglia... et sappia che vi sono libri heretici copiosamente disseminati, gustati et studiati; ministri di Calvino pregati, ricevuti e carezzati ; le loto orationi prediche et cene udite , frequentate et osservate.. . BO Fu allora che Pio IV, sollicitato dal Bobba, accordo al duca lo spoglio di tutti i benefici degli stati sabaudi. Il principe ringrazio il suo ambasciatore assegnandogli uno stipendia annuo di 1.000 scudi d'oro. Si deve pure all'abile iniziativa di mons. Bobba se la Nunzia– tura apostolica permanente pressa la carte sabauda si costitul defini– tivamente. Primo a ricoprire tale ufficio fu il vescovo di Ginevra, Francesco Bachaud, eletto da Pio IV con balla del 1° luglio 1560 e mandata in Torino quale Nunzio della S. Sede con potestà di legato « de latere » pressa Emanuele Filiberto duca di Savoia, principe di (79) G. MoRozzo, op. cit., pag. 12 e segg. (80) M. G ROSSO, La controri/orma nell'arcidiocesi di Torino, vol. I, pag. 77.

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