BASA

Il cardinale Marc'Anto11io Bobba Lo Sforza Pallavicino 93 ed anche il Sarpi nella loro opera sul concilia di Trento lodano la serietà e la prudenza con cui il vescovo di Aos ta lavoro a Trento, soprattutto per dare una risoluzione alle spinose questioni politico-ecclesiastiche connesse con l'editto d 'Am– boise ( pace fra Carlo IX e gli Ugonotti fr ancesi) 99 , e riguardo al dibattuto problema delle dispense matrimoniali. Il Bobba sosteneva che i diritti di dispensa matrimoniale, anche di 4° grado, restassero di esclusiva compe tenza della curia romana a fine di evitare abusi , mentre numerosi padri avrebbero voluto che tale autorità fosse sta ta concessa anche ai vescovi. Lo Sforza Pallavicino scrive che quello del vescovo aostano fu « un parere dotto e abbracciato in concilio ». Il Bobba era veramente uno di quegli uomini di consiglio e di azione, di quegli oratori facili ed elo– quenti che sanno in poco tempo guadagnarsi una grande stima ed esercitare un'influenza ed un ascendente non comune su di una assemblea deliberante ioo. V Dopo aver detto il suo « placet » pet la chiusura del Triden– tino, i cui Atti sottoscrisse con santo entusiasmo mediante la for- (98) « ... s'aggiunse al conciiio scrivc il suddetto aurore - in quel tempo un nuovo oratore, che non pure non arrccè> verun di sturbo sl come i più solevano, ma riuscl spesso ad uopo per acquietare i disturbi recati dagli altri. Fu questi Marc'Antonio Bobba vescovo d'Agosra ... » (SFo~ZA P ALLAVICINO, Storia del concilia di T rento, Mend risio 1836, vol. IX, pag. 83). Il Tini velli scrive in rnerito : « L'orntore snbiudo procura sernpre di rnettere la pace dove regnava discordia, cd egli corne ecclesiastico non diede motivo aile consuete dispute di precedenza, che erano gi2i insorte all'arrivo di al tri ministri d i principi secolari » (C. T INr– VELLI, op. cit., pag. 400). (99) Si trat~ava di rispondere all'arnbasciatore di Carlo IX, Renato di Birague arcivescovo di Parigi, venuto in conci lio per giustificare l'atto del suo sovrano. I padri non potevano approvare quelb pace pcrchè favorevole ai protestanti, nello stesso tempo non volevano ledere la suscettibilità del re. I dissensi in merito fu rono lunghi , specie per le rirnostranze dei vescovi francesi; finalmente « ... 1 a ciiscordanza fu ridotta a concordia per questa via: menrre il ru– more era più strepitoso c perà più noioso ai medes; mi autori, il Bobba vescovo d 'Agosta ed arnbasciator del duca di Savoia, propose all'assernblea, che per uscire da quella confusione si rirnettesse hberamente il contenu to della risposta ai vescovi franccsi, i quali col consiglio di chi loro fosse a gra<lo, la stabilissero.. tutti ad una voce acconsentirono » (SFORZA PALLA– VJCINO, op. cit., pog. 215). Si veda pure, L. CoLLIARD, op. cit.. (100) E. FENon., op. cit., pag. 48.

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