BASA
46 R. Bore/li Avuta notizia di alcuni disordini che solevano accadere notte– tempo con rischio della stessa vita, il vescovo ordina che nessuno si permetta « post primam noctis horam per civitatem et oppida ince– dere nisi necessitate compulsi, et numquam sine lumine » . Molti parroci non si curavano di tenere il registra dei battesimi , altri erano negligenti nella predicazione specie alla domenica ; vi erano di quelli che o non si preoccupavano di amministrare i Sacra– menti agli infermi, o lo facevano in modo affrettato e perfino scon– veniente ; grande trascuratezza vi era pure nella celebrazione dei di– vini uffici, nel comportamento dei fedeli in chiesa, nel modo di tenere i sacri paramenti ed i vasi sacri. Mons . Bobba prese severe misure, perchè tutti questi gravi in– convenienti fossero tolti, minacciando scomuniche ed ingenti multe pecuniarie ai refrattari . Ordinava percià che ciascun parroco tenesse registrati « in libro uno particulari nomina et cognomina infantium baptizandorum, cum illorum patrinis et matrinis, et diem, mensem et annum quibus eos baptizari contingerit » 114 . Parimenti obbligava i curati alla spiegazione del Vangelo « sin– gulis diebus dominicis )> e li esortava a compiere con diligenza un cosl grave dovere, perchè non avvenisse più che le anime « suis ali– mentis indigeant ». Già i predecessori del Bobba avevano insistito a lungo sul dovere e la necessità della predicazione, ma la negligenza in merito era an– cora molta. Ricordava, quindi, l'obbligo dell'ufficio divino : « Sciant omnes in sacris constituti se teneri ad recitationem officii divini » ; e ordi– nava che fosse recitato o cantato « devote, cum debitis pausis, sine confabulatione, et horis debitis », poichè « non solum verbis sed corde orandus est Deus », e perchè altrimenti, corne era solito avvenire· in alcune chiese, vi era più di scandalo che di edificazione al popolo, che più di una volta si era indignato per tanta trascuratezza. Particolarmente accurata era la raccomandazione che il pastore faceva circa la celebrazione devota della Messa, poichè gli era giunta (114) Ibidem.
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