BASA

Il cardinale Marc'Antonio Bobba 57 proibiva inoltre che sacerdoti o chierici si permettessero di « alienare aut extinguere vel remittere titulum beneficii vel pensionem sine li– centia episcopi ». Severe norme vennero stabilite riguardo alle reliquie e sacre immagini, perchè il popolo non assecondasse oltre la superstizione già troppo divulgata ; il vescovo proibiva che venissero dipinte imma– gini sacre in chiesa o in altri luoghi pii senza il suo permesso, perchè non succedesse più di vedere figure con atteggiamenti ispiranti tutt'al– tro che devozione ed ordinava che i fedeli fossero istruiti circa il culto da rendere ai santi. Comandava pme che gli eretici fossero denunciati a lui personal– mente od al suo vicario generale, ed ordinava ai venditori ed agli stam– patori di osservare le disposizioni date dal concilia di Trento circa i libri proibiti. Vuole che tutti i sacerdoti e chierici si procurino, entra un mese, i canoni tridentini perchè possano esaminarli ed osservarli. Conclude dicendo che tuttti gli ordini dati dovevano essere osser– vati « ad unguem ... » sotto pena di scomunica e di multe in danaro da applicare alle opere pie. Benedisse il clero esortandolo alla docilità ed alla preghiera 140 • Sei anni erano trascorsi dall 'ultimo sinodo ( 28 aprile 1558), durante i quali numerose e lunghe erano state le assenze del vescovo dalla sua diocesi ; no~1 bisogna quindi meravigliarsi se le condizioni morali e disciplinari del clero e del popolo presentassero lacune note– volmente preoccupanti . L'esempio dei buoni - chè sacerdoti zelanti, pii , integerrimi, degni in una parola del nome che portavano, esistevano ancora, per buona sorte, corne vi erano fedeli sinceramente praticanti la fede che professavano - tale esempio non era sufficiente ad esercitare un ascendente tale da porre un freno a tanta rilassatezza ; che anzi, a volte, era persino messo in ridicolo e fatto segno a beffe volgari 141 . (140) Ibidem. (141) J .-A. Duc, op. cit., toma VI, pag. 95.

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