BASA
278 L Coltiard dell'età della Controriforma, non risparmià il campo della disciplina 1iturgica. Si immaginà che l'ortodossia dottrinale non fosse compatibile col particolarismo liturgico ; ed accentuando quella che pur era una legittima, doverosa ed impellente necessità di riforma e di unifica– zione della liturgia, non si esità, talvolta, a sacrificare indiscrimina– tamente o ad operare una romanizzazione forzata - che non era certo nello spirito del Tridentino - di riti venerabili per antichità e ricchi di prestigioso contenuto spirituale. Si conoscono le battaglie che S. Carlo Borromeo ebbe a soste– nere per salvare la liturgia della sua Chiesa ; le aspre polemiche sull'affare dei cosidetti riti cinesi ; l'ostracismo che gli « ultramon– tani » decretarono al rito lionese al tempo del cardinale de Bonald ; l'introduzione di elementi latino-occidentali nei riti delle chiese orien– tali cattoliche ... Sorse cos! la teoria della « praestantia romani ritus », « quasi più nobile e più cattolico - a dire del Vagaggini - e per il solo fatto di essere il rito della Chiesa romana » 2 • Questo concetto venne fatto proprio dagli stessi Romani Pon– tefici, pur senza smentire mai il riconoscimento accordato, in linea teorica, ai riti diversi da quello romano. Massimo assertore di questa teoria si era fatto, nel secolo scorso, Dom Guéranger, il padre del movimento liturgico moderno e pur tanto benemerito nel campo degli studi storico-liturgici. L'idea della « politica dei romani Pontefici tesa a riunire tutte le chiese in un'unica liturgia » da lui allora propugnata, non rispon– de più, oggi, al pensiero della Santa Sede e resta solo a testimo– niare una delle non infrequenti esagerazioni dell'ultramontanismo del dotto abate di Solesmes, e della sua scuola. Mosso da istanze anti-giansenistiche e anti-gallicane, il Guéran– ger, a detta dei critici moderni - e già Ulisse Chevalier l'aveva notato sul finire del secolo scorso 3 - si mostrà troppo radicale nella sua offensiva rivolta contro le liturgie neo-gallicane e nella sua opera di ristabilimento del rito romano in Francia « facendo tabula rasa di tutti gli usi liturgici particolari, che pure erano meritevoli di sopravvivere » 4 , e corne afferma Dom Cabrol « senza lontanamen– te preoccuparsi di salvare dal naufragio preghiere e usi gallicani di (2) C. VAGAGGINI, Cost. cit. (3) U. CHEVALIER, La renaissance des études liturgiques, Lyon 1898. (4) DOM DELATTE, Dom Guéranger abbé de Solesmes, 1909.
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