BASA

280 L. Co/liard « Salva la sostanziale unità del rito romano , anche nella revi– sione dei libri liturgici, si lasci posta alle legittime diversità e ai legittimi adattamenti ai vari gruppi etnici, regioni , popoli, soprat– tutto nelle Missioni e cio si tenga opportunamente presente nella struttura dei riti e nell'ordinamento delle rubriche ». E' il rovesciamento della concezione formali stica curiale ed il riconoscimento esplicito della possibilità di adattamento della li– turgia romana al genio e alle tradizioni dei singoli popoli. Questo fatto potrebbe condurre, nota ancora il Falsini, « len– tamente e prudentemente, ma non del tutto ipoteticamente, verso la formazione di nuovi riti . La Chiesa, madre comune, non pretende un livellamento assoluto, ma desidera che agni popolo e agni civiltà sentano la liturgia corne qualcosa di proprio » 7 . Viene pertanto ufficialmente ammessa nell'eserdzio della sacra liturgia una certa elasticità, che tiene nel debito canto le caratteri– stiche di civiltà, di tradizione, di cultura e di lingua dei vari popoli, rispettando gli usi e le tradizioni che le Chiese particolari hanno accumulato e conservato nella loro storia. « Di speciale dignità go– dono anche quei sacri esercizi delle Chiese particolari, che vengono compiuti per disposizione dei Vescovi, seconda le consuetudini o i libri legittimamente approvati ». Can . 13 par . II . E' un'impostazione nuova, meditata, altamente responsabile, corrispondente alla vera natura della Chiesa di Cristo destinata ad incarnarsi in agni popolo ed in agni terra. E ' forse l'inizio, came prevede padre Antonelli nell 'introduzione citata « di una nuova epoca della vita spirituale della Chiesa ». E qui mi sia consentira una breve digressione . Occupandomi, recentemente , degli antichi usi liturgici nell'In– signe Collegiata di Sant'Orso, mi ero appellato al senso di rispetto e di conservazione, per quanta ovviamente possibile, nei riguardi delle tradizioni liturgiche della nostra Diocesi, cosi ricche non solo di colore locale, ma d'un simbolismo religioso oltremodo profondo . Si tratta d'un patrimonio spirituale da salvaguardare e non solo dal punto di vista esclusivamente esteriore, o peggio, folklori– stico. Esiste indubbiamente una « spiritualità » valdostana, una par– ticolare maniera di sentire e di esprimere, da parte della popolazione della montagna, i motivi della sua vita religiosa. La Costituzione liturgica, nella previsione dell 'adattamento di (7) Ibid.

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