BASA
8 G. Donna d'Oldenico appoggio tutti quei valdostani che fossero costretti a ricorrere all'as– sistenza di istituti torinesi. Per ogni persona di questa valle, r.he ricorresse al suo aiuto, il suo animo era sempre disposto con gene– rosità e fin anche con sacrificio. Quando scomparve il Vice Presidente della Cassa di Risparmio di Torino, essendo il Conte Carlo d'Entrèves Consigliere anziano di tale grande istituto bancario, fu a lui offerta la carica di Vice Presidente. A tal riguardo egli mi confidà di aver rifiutato tale in– carico perchè non avrebbe più potuto essere il Consigliere della Cassa di Risparmio direttamente preposto ad occuparsi delle sedi bancarie in Valle d'Aosta. Ci teneva a più direttamente rappresen– tare la sua regione che non, anche solo parzialmente, abbandonarla per assumere un incarico maggiore. Questo profondo amore per la regione valdostana lo portava a rivolgerle anche gli scopi delle sue letture, delle sue ricerche archi– vistiche e bibliografiche e di gran parte dei suoi studi . La predile– zione per la vita con sfondi regionali non era per lui l'adozione di un cliché letterario, ma una vera esigenza del suo spirito. Voleva che la cultura regionale fosse una forza unificatrice e collegatrice non solo nel campo intellettuale ma principalmente di quello morale. Egli sentiva corne una compenetrazione della terra e dei suoi abita– tori, sentiva la natura interiorizzarsi e diventare proiezione del cuore e la terra farsi cosa viva. Perà ad un tempo desiderava che la cultura superasse, nel qua– dro degli interessi, i confini della regione, essendo convinto che anche una piccola patria, senza nulla perdere del suo patrimonio di civiltà, puà armoniosamente aver posto nel concerto dei popoli. Sotto tale aspetto vanno intesi i suoi sentimenti di cultore di storia locale e di difensore delle tradizioni valdostane. Il nostro Presidente Canonico Maxime Durand ha molto feii– cemente osservato che era quanto mai piacevole sentire le disserta– zioni del Conte Carlo d'Entrèves « par des détails pleins d'humour, des considérations enjouées et savoureuses, et des notices puisées aux vraies sources ». Voglio aggiungere che il rilievo è quanto mai opportuno proprio in tempi in cui il linguaggio dell'uomo è sempre meno discorsivo e ragionato, tempi nei quali la parola lascia il posto alla comunicazione visiva, cosicchè anche le aree culturali si livellano e perdono il loro bel carattere originario. Proprio anche in questo sta il valore degli scritti di Carlo d'En– trèves, di cui non voglio ripetere l'ampia bibliografia già esposta
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