BASA

Le terme di Pré-Saint-Didier 275 E' proprio per poter godere di questi benefici che per molti e molti lustri, direi per qualche secolo, nobili e prelati, umili cittadini e uom1111 illustri d'armi o di governo, affrontarono il disagio di sl lungo viaggio per raggiungere Pré Saint Didier e curare i propri malanni. Goffredo Casalis nel suo « Dizionario geografico storico statistico commerciale degli Stati di S..M. il Re di Sardegna.. » edito in molti volumi a Torino da Maspero e Marzorati nel 1847, parla di Pré Saint Didier nel vol. XV da pag. 739 a pag. 742 e sottolinea l'intenso afflusso di malati alle terme nel periodo estiva, elenca alcuni nomi di illustri ospiti e racconta che « nel 1789 la principessa di Carignano ed il principe, suo figlio, padre di Re Carlo Alberto, si condussero a profittare. di queste acque e vi rimasero per 40 gg. ». Nel 1828 la prov. di Aosta fece costruire e mobiliare un padiglione per uso dei Principi della Real Casa di Savoia. Più tardi ivi furono ospitati anche Vittorio Emanuele II e la Regina Margherita. Casa Savoia oltre a distribuire particolari elargizioni agli stabili– menti si adoperà anche per migliorarne le vie di comunicazione ed accesso. Si legge infatti sulla lapide che fu scolpita nella pietra in occasione del– l'apertura della nuova strada di Monjovet nel 1771 che essa fu costruita proprio per « rendere più facili e profittare i commerci e l'uso delle Terme »; mi sembra questa una chiara allusione a Pré Saint Didier. Ma quante mutazioni si ebbero in queste terme attraverso il trascor– rere degli anni ! Esse restarono per secoli limitate alla sola vasca in fonda alla gratta fra le roccie dell' « Orrido »; la località non si prestava invero alla costru– zione di un edificio pet cui ci si accontentà dapprima di praticare nel terreno roccioso delle buche, coperte e malamente protette, vicino alla sorgente. Alcuni anni più tardi si scelse un sito cento metri al di sotto della sorgente e si costrui un primo edificio mezzo in pietra e mezzo in leirno , addossato alla montagna. tanto che la montagna stessa fa da mura ad oriente, <love furono installati 18 tini in legno e una doccia. Vi si porto l'acqua della sorgente per mezzo di canaletti in legno. Un ponte ad una sola arcata scavalca il torrente e mette in comuni– cazione i bagni con il villa~gio. Ma i malati non passavano il ponte senza danno poichè, uscendo dai bagni caldi. venivano investiti dal freddo umido della gola. I canali dell'acqua essendo in legno e mal ricoperti , permet– tevano notevole dispersione di calore. La sorgente stessa era mal pro– tetta dalle infiltrazioni di acque piovane, infine il numero dei bagni era insufficiente data l'affluenza crescente dei bagnanti. Verso il 1830 si provvide finalmente au; costruzione del nuovo stabi– limento tutt'ora esistente , che comincià a funzionare nel 1834; situato più a valle sulla sponda sinistra del torrente e <love, mediante tubature di piombo, l'acqua giungeva con la sua originaria temperatura di 33°. Il

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