BASA
384 E. Chiaromonte udi nella nebbia Io scalpitio di un mulo (non si osava nè chiamare, nè fare altri segnali per non destare allarme di eventuali servizi della milizia). Fu un sollievo per tutti. La comitiva Einaudi giungeva finalmente: il senatore e la moglie recavano sul viso i segni dell'ansietà e della stan– chezza, e si rendevano ben conto che erano giunti appena ad una tappa dell'affannoso viaggio. Li confortava soltanto il pensiero che per il mo– mento nè tedeschi nè fascisti erano in vista, il che li indiceva a bene sperare . Il mattino seguente - giovedi 23 settembre - verso le ore 6, il Signor Ansermin Adriano e il signor Curtaz Zaccaria (persone di assoluta fiducia), si trovarono con i loro muli a Dy e la comitiva composta dai Signori Einaudi e dai coniugi Farinet si avvio verso il Col Fenêtre. La nebbia lentamente si era diradata, ma il cielo era scuro, dopo una ventina di minuti all'altezza dei casolari di La Balma, comincio il nevischio, per fortuna lieve e senza vento. Quando la silenziosa comitiva pervenne aile baite di Lombardin, si vide un uomo raggiungerla di corsa. Si trattava di un ufficiale degli Alpini, il maggiore Castiglioni, il quale nell'estate precedente faceva parte ad Ollomont di un campo della Scuola Militare di Alpinismo, discioltosi poi dopo 1'8 settembre cd i cui ufficiali, tra i quali il Castiglioni, costituirono sulle montagne uno dei primi nuclei delle forze partigiane . Dall'alto di uno dei picchi essi avevano scorto una pattuglia tedesca avviarsi verso By, e avendo potuto seguire il faticoso incedere della comitiva verso il colle Fenêtre, il Castiglioni aveva ritenuto opportuno di raggiungerla per avvertirla del pericolo di un incontro sgradito. Dopo un breve parlottare appartato per non inquietare gli Einaudi, fu deciso l'immediato rientro a By della Signora Farinet, per infondere calma al personale della baita ed intanto il Dott. Farinet prego i mulattieri di accelerare il passo. Purtroppo, proprio mentre si giungeva ai piedi del colle la tormenta ingagliardiva, rendendo ancora più difficile il già poco maneggevole cam– mino . Il sentiero si delineava appena fra due rilucenti balaustre di neve ammassata, in un susseguirsi maestoso di cime e guglie gigantesche. I muli procedevano con estrema difficoltà, sul ripido e disagiato pendio. Verso mezzogiorno, la comitiva raggiunse il laghetto: nella lieve schiarita ap– parve il Colle, dove si profilavano alcune tende e fumavano i bivacchi. Erano i militari svizzeri che pochi istanti dopo accoglievano premu– rosi la comitiva intirizzita., offrendole del the caldo . Il Dott. Farinet rivelava il nome della personalità preannunciata, la quale fu senz'altro accolta nel suolo svizzero e autorizzata a proseguire con gli stessi muli verso il luogo prescelto. Seguirono saluti commossi e raccomandazioni dalle due parti: gli esuli, che andavano nella libera Elvezia e gli accom– pagnatori che avevano assolto il grave e duro compito di guida e di conforto .
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