BASA

Aspetti eronomici della Valle d'Aosta 87 1902 faceva ascendere la supeficic a seminativo a 35.000 ha. ; attualmente si aggira sui 7.000 . In lieve aumento sono rnvcce le produzioni fruttifere e quelle le– gnose specializzate. Nonostante pero la presenza di sintomi indubbiamente positivi quali la notevole espulsione di manodopera, la riqualificazione delle colture ed un lieve incremento di produttività, permangono in tale settore gravi problemi quali lo sfruttamento di ancora trappe terre marginali, l'impiego di tecnologie arretrate, un regime fondiario caratterizzato da dimensioni molto ridotte e da un notevole grado di frammentazione testimnniata dal fatto che la suddivisione in corpi di terreno interessa più del 90% delle aziende a conduzione diretta. Sono tutti problemi o aspetti della stesso problema che occorre affrontare ma la soluzione, oggi, non puo pil1 prescindere da una visione globale dell'economia della regione, visione che tenga conta dei notevoli rapporti intercorrenti fra agricoltura e attività industriali e terziarie, ciô che d'altra parte risponde ad una situazione di fatto, corne ho rilevato poc'anzi, già esistente nella regione dove il part-tirne farming diventa sempre più diffusa. Passando all'esame del secondo settore in cui si è soliti suddividere l'apparato produttivo di un paese e cioè quello industriale mette conto asservare corne nella regione operino poco più di 1.500 unità ndle quali risultino occupate 18 .000 persone circa . La parte preponderante dell'attività industriale della regione è <lata dalle imprese manifatturiere che pero, soprattutto in termini di occupa– zione , ricoprono un 'importanza decisamente inferiore a quella che esse assurnono nell'Italia in complesso. Dei 10.000 circa addetti a questo ramo più dei 2/3 risultano oc– cupati nell'industria metallurgica la quale pertanto presenta un eleva– tissimo indice di specializzazione, indice pari a 15,04 % . La troppo elevata specializzazione e quindi il carattere motore dell'indutria metallurgica rappresenta in un certo senso un elemento di debolezza dell'economia valdostana che risulta cosl essere fortemente con– dizionata dalle vicende di una singola attività economica non presentando un sufficiente grado di diversificazione. E difatti solo l'industria chi– mica e quella del legno, che peraltro ha caratteristiche prettamente artigianali, presentano indici di poco superiori all'unità ; tutte le altre classi sono scarsamente rappresentate. Ma cio che più desta preoccupazione è che ne! volgere di dieci anni si è manifestato in Valle un processo di deconcentrazione o riduzione delle dimensioni medie e cio in netto contrasta con l'evoluzione a li– vello nazionale. E' questo uno degli aspetti dai quali emerge chiara– mente corne il cosiddetto miracolo economico degli anni 50 abbia solo marginalmente interessato la Valle d 'Aosta.

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