BASA

88 G. Piaggio Dal 1951 al 1961 la dinamica della struttura delle attività indu– striali è stata caratterizzata in Italia da un aumento delle unità locali industriali e da un forte aumento degli addetti. Opposta dinamica si è ravvisata invece nell'area valdostana, e questo non solo per l'industria manifatturiera, ma anche per i rami delle industrie estrattive e di quelle delle costruzioni. Con riguardo quindi alla distribuzione delle uni– tà locali per classi di ampiezza risulta evidente corne le piccole dimensioni , quasi a carattere artigianale, siano nettamente prevalenti e difatti la me– tà delle unità locali occupa da 1 a 2 addetti ed il 90% delle unità non dispone di un numero di addetti superiore a 10. D'altronde solo poco più del 10% delle imprese operanti nella regione è a carattere societario. Pur avendo raggiunto quindi l'apparato industriale una certa con– sistenza non si puo parlare della Valle d'Aosta corne di un'area forte– mente industrializzata e anche se l'industria rappresenta pur sempre il settore propulsore dell'economia valdostana i dati raccolti lasciano per– sistere l'impressione di una certa precarietà nella struttura economica del settore. Il grado di complementarietà tra le aziende localizzate nella re– gione è molto limitato ; solo un numero esiguo si approvvigiona preva– lentemente in valle mentre la grande maggioranza effettua i propri aCl!Ui– sti nel resto dell'Italia o all'estero. Cosl pure la regione rappresenta per le aziende di maggiori dimen– sioni un mercato di collocamento della produzione del tu tto marginale. Di notevole remora ad un ordinato ed organico sviluppo sono stati, in questi ultimi decenni, gli inconvenienti connessi alla difficoltà delle comunicazioni ed alla lornananza dei mercati di sbocco e di approv– vigionamento. Alcuni fattori di localizzazzione che un tempo avevano giocato a favore dell'insediamento di alcuni tipi di industrie nella regione, quali la vicinanza di talune materie prime e la disponibilità di energia elet– trica, hanno , in questi ultimi anni, perso gran parte della loro importanza mentre si sono accentuati, corne già ho rilevato, i fattori negativi e tra questi quelli connessi alla decentrazione geografica. Vero è che un ordinato programma di sviluppo di codesto settore non dovrebbe prescindere dalla considerazione che grazie ai trafori e alle autostrade la qualificazione ubicazionale della regione sta oggi mu– tando ; in altre parole molte tra le difficoltà che in non lieve misura si opponevano ad un ulteriore sviluppo della regione stanno venendo meno. Occorrerà perà saperne trarre immediato profitto se non si vorrà tra qualche anno rimpiangere, ancora una volta, le occasioni perdute . Ho detto poc'anzi che il processo di osmosi delle forze di lavoro dal settore agricole agli altri settori, in atto da molto tempo, si è, in questi ultimi anni, accelerato ma, contrariamente a quanto è accaduto

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