BASA
106 L. Co/liard del culto nelle terre occidentali di ri to gallicano, la riduzione delle peri– copi era già un fatto compiuto 10 . Pur tuttavia, la lezione profetica si mantiene, un po' dappertutto, nella messa della vigilia e della festa di Natale, per decadere poi, comple· tamente, nel secolo XIV, con l'avvento del messale francescano della Cu– ria. Il Vogel stesso, citando il liturgista Rodolfo de Rivo ( t 1403), ac– cenna al persis tere, nel secolo XIV, dell'uso d'una triplice let tu ra per Na– tale e la sua vigilia 11 • Nella li turgia valdos ta na , tale consuetudine si protrasse, al contrario, sino alla soppressione del rito locale avvenuta nel 1828 e la vediamo pra– ticata nelle messe delle principali festivi tà del ciclo natalizio, non esclusa !'Epifania e la sua ottava. Questa prassi è confermata non solo dagli an tichi manoscritti litur– gici del ri to valdostano, ma anche dalle due edizioni a stampa del Missale ad almae Ecclesiae Auguslensis ritum, del 1617 e 1733 12 • Nella messa della vi gilia di Natale, una lettura profetica, Propter Sion non tacebo (Isaia, LXII, 1-4) , precedeva l'epistola. Perle tre messe di Natale le pericopi erano le seguenti : ra Messa : Populus gentium qui ambulat in tenebris (IX, 2-7) 13 • II" Messa : Spiritus domini super me eo quod unxit me ( Isaia LXI , 1-3 e LXII , 11-12 ) . III"Messa : Proptcr hoc sciet populus meus nomen tuum ( Isaia LII, 6-10). Nell'esame di questi testi, l'attenzione della storico della liturgia è attratta dalla concordanza tra le pericopi valdostane e le letture inscrite nei vetusti lezionari romani di Wiirzburg e di Murbach ( quest'ultimo compilato verso la fine del secolo VII ). Il Cames di Würzburg contiene infatti per il Natale la seguente serie di letture paleotestamentarie: Is. IX, 2-7; Is. LXII, 1-12; Is . LII, 6-10 14 • Studiando, recentemente, uno dei rari manoscritti liturgici contenenti i riti propri della Chiesa di Vienne, il messale ( risalente alla metà del se– colo XIV) di Saint-Sauveur-En-Rue 15 , Robert Amiet notava tra le par- (10) Tracce delle tre lezioni si trovano ancora ne! sec. XI , ndla liturgia beneventana e a Bari. - Cf. M . RIGHETTI, op. cit., p. 201 n. 11. (11) Cf. C. VoGEL, op. cit., p. 263 n. 73. (12 ) Cf. F. MARTI NET, Un missel manuscrit valdôtain du X IV e siècle, Aosta 1929, p. 8. Sulle edizioni del messale valdostano, cf. A.-P. FRUTAZ, Le fonti p,er la storia della Vallli d'Aosta, Roma 1966 : appendice XII , Documenti relativi al rito valdostano, pp. 202-203. (13) Per quanto concerne la profezia della messa di mezzanotte, l'abate Roberto Sala nella sua Summa rubricarum particularium et generalium Missalis Augustani, maxime in quo differunt a Ritu Romano, appendice aggiunta all'edizione torinese ( 1753) dei Rerum liturgicarum Libri duo del cardinale Bona (ora riprodotta in A.-P. FRUTAZ, op. cil., p. 211), afferma: « Prophetia Missae mediae noctis canitur a duobus Subdiaconis, quorum unus cantat ipsa scriptoris sacri verba, alter de Jesu Christo Domino nostro ,ea explanat ; dicitur gallice haec Prophetia, « Prophetie farcie ». (14) DACL, VIIF, col. 2285, nn . 5-6-7. (15) R. AMIET, Le missel du prieuré bénédictin de Saint-Sauveur-En-Rue au diocèse de Vienne, in Scriptorium, XIX 1 (1965). Ms. 1 della Bibliothèque des Facultés catholiques di Liane.
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