BASA

108 L. Colliard Vienne, Ginevra, Tarentasia, Aosta , le consuetudini di Cluny, quelle della Grande Chartreuse, i riti dell 'Alta ltalia e particolarmente quello euse– biano 22 • Un cenno soltanto, alle prose ( sequenze) del ciclo natalizio. Il Mis– sale Augustense del 1617 riporta clopo il Gracluale e l'Alleluia della terza messa di Natale, la prosa Promissa mundo gaudia e per !'Epifania la pro– sa Laetabundus exultet fidelis chorus. Sia l'una che l'altra non figurano più nell'edizione del Missale valdostano del 1733. La prima di queste sequenze, attribuita a Hildebertus Turonensis, sembra far parte d'un gruppo di messali di stretta localizzazione regionale. La ritroviamo infatti a Ginevra ( 1491), a Losanna ( 1493), in Tarentasia (c. 1520 ) 23 • Quanto alla sequenza Laetabundus, già attribuita a S. Bernardo, ma in realtà a lui anteriore , è noto ch'essa s'introdusse quasi universal– mente nella messa diurna di Natale, dopo il secolo XI 24 . Chiudiamo questa breve nota sulle pericopi paleotestamentarie, ve– nerabili testimonianze del ricco patrimonio liturgico valdostano, riportan– do la recente proposta d'un insigne liturgista francese : « Molti pastori <l'anime - scrive il Denis-Boulet - fanno voti oggi per il ritorno della lettura profetica scomparsa, che renderebbe all'Ant ico Testamento, nella nostra epoca di rinnovamento biblico, l'onore e il carattere sacro deri– van ti dalla lettura pubblica et ecclesiale » 25 . (22) Certe analogie tra la liturgia valdostana ~ quella di Aquil.eia (rito patriarchino) so– no state poste in luce da E. Î AVERNESE, Particolarità della Settimana Santa nel Messale valdostano dell'anno 1733 (esercitazione manoscritta presso il Pontificio Ateneo Lateranen– se, 1959). (23) J.-P. MrGNE, P.L. , CLXXI , col. 1416. Cf. pure U. CHEVA LIER, Repertorium bymno– logicum, III, Louvain 1864, n. 15617 ; !'A. si richiama esplicitamente ai messali valdostani (Ms. sec. XV e M iss. A ug. 1617). Cf. pure R epertorium bymnologicum Ecc~esiae Augustanaei (ms. della Biblioteca del Seminario Maggiore di Aosta attribui to a Mons. D uc) . (24) Cf. M . RrGHETTI, op. cit., II , p. 64. Ch. Barthélemy riporta integralmente questa prosa ne! vol. III pp. 576-577 dell'edizione parigina (1854) del Rationale di Durando di Mende. Si veda pure U. CHEVALIER, op. cit., III , n. 10.009 che cita un ms. aostano (August. 1489). La sequenza Laetabundus si ritrova a Natale e all'Epifania ne! messale domenicano attuale. Cf. JuNGMANN, op. cit., p 252 n. 102. Una ulteriore analogia fra il rito valdostano e quello domenicano è offerta dall'ufficiatura del Mattutino del tempo pasquale, consistente nella recitazione di tre salmi e tr.e lezioni , uso che venne sostanzialmente riconfermato ne! 1829 dal breve I n Pedemontii Ecclesias, di Leone XII. Secondo il FRUTAZ, op. cit., p. 217, trattasi d 'un « uso romano già vigente ne! sec. XI ». (25) N .-M. D EN1s-BomET, op. cit., p. 373.

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