BASA
Un processo criminate 143 la dotte de la femme de }'enquis qu'il a tousiours refusé luy payer ... ». Ladro e violente, più volte il teste ebbe questione con l'imputato, che minaccià « tant a pistolettades que arque busades ». Piano piano quindi, il quadro muta : l'inquisitio da violenta e rissoso corne descritto dal– l'accusa viene fatto apparire vittima di minacce ed odi mortali. Anthoine de Jean Gros è, del pari dei precedenti testi d'accusa , messo in cattiva luce davanti al fiscale. « .. . dissipateur de son bien, homme mallereux malveillant maldisant et detractant de ses voisins et aultres cherchant a boire ca et la ... ». Oltre a cià aveva minacciato di vendicarsi dell'in– quisito, col quale aveva avuto gravi dissapori. Ed anche Jean de Pierre de Jacques Joly, Jacquemin Roland , Pierre Roland e Jacques Bynel, tutti del « clan » degli Allemand, non sono affatto credibili : il primo era « proche voisin du deffunct en la montagne, d'Arlaz ... adderant a son inimitié et tachant de s'en venger» ; il seconde era nemico dell'in– quisito col quale aveva avuto una lite, « pour cause de certains biens qu'il avait au près d'une sienne possession » ( ritornano qui le solite beghe fra proprietari confinanti ! ) ; il terzo, Pierre Roland, « est homme sans moyens ny credit, questionneux et rixeux ... », inoltre era legato da stretti vincoli di parentela col defunto di cui era « gendre » e col denunzian te, di cui era « beau frère ». E l '« article » che lo riguarda conclude : « ayant exposé sa soeur deposant en fav eur de son parent et allié » ! L'ultime, il Bynel, conclude, al dire della difesa , degnamente il quartette : dissipatore dei beni, senza credito alcuno, litigioso, zio del genero del defunto , arnica del denunciante e - questo dovrebbe in– ficiare la sua testimonianza - suo debitore. Uno dei testi dell 'accusa era stato pure Michel de Jean Gros, che aveva portato, bambina, al fonte battesimale, quella Maddalena, cugina dell'inquisito, con la quale il Martignènes aveva avu to rapporti incen– stuosi. Ora la difesa si sforza di dipingere a fosche tinte il succitato Miche– le, descrivendolo corne « homme infame ne meri tant de bailler foy a sa disposition pour n'estre de croire en son dire comme variable et in– certain ... ». Ma, quel che è più grave, la difesa ritorce contro il teste l'accusa di peccatore pubblico ; ecco infatti, la conclusione dell' « article » : « Joinct que le dict Gros est tenu et reputé pour encubineurs et adul– taire publicq ayant entretenu le femme de Legier Martignynes comme cella est notoire par voix et fame publicque » ! L'inimicizia per l'inquisito e la parentela col defun to rendevano del pari poco credibile per la difesa la testimonianza di Jean Roland. E veniamo alla teste più percolosa per l'inquisito : Maddalena Sa– voye, la donna con la quale il Martignènes avrebbe avuto rapporti in– cestuosi essendo a lei legato da vincoli di parentela. « La Magdelaine Savoye n'est receptable en aucuny endroict de sa deposition » proclamJ la difesa, e prosegue « ... elle est entierement ennemie de l'enquis et pour telle est monstré-e et declairée des qu 'elle a esté par luy delaissé
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