BASA

Vocabolario Valdostano 277 in genere gli accenti : af/legéz pcr c1f ilcgâ; aga per agô, kuge per kui,ê (p. 12 ) ; anéén per anéen ; amhcsézkc per ambrcsakc (p . 13) ; aprovc f a per aprove f â; armalyé per armalyc (p . 14) ; ecc. ; oppure scambi di let– tere : a'Snef,é per a'Swci,é; avily1! pcr avilyi; avutuo per avutro (p. 15) ; burlocchio per barlocchio ; bërgê, -crc per bërf,é, -cra; byavu per bycvu (p . 17) ; ecc. ; o di intere paroJc : « direbbe » per « dice » (p. 1) ; « circolare » per « scivolare » ( pag· 21) ; « piccolo » per « piuolo » (p. 23) ; « scoperto » per « csposto » (p . 29 ) ; ecc. ; o, infine, di omis– sioni o scambi di intere righe ; cosl , p. 17 : bcttâ va tra bess e bctté ; blécun tra blayo e blcta di fe1i; p. 22 : piem. éapulê, ecc. va riferito alla voce éaplé e non a éapletta ; ecc. Sono tutti casi , cioè , che avrebbero po– tuto essere evitati con una accura ta correzione delle bozze, evidentemen– te impedita dalla morte del Pasquali. In agni casa, le due parti dell'opera appaiono, per questo motivo, di valore nettamente diverso. Le correzioni che il Padre Zabatta ha apportato alla prima parte del V ocabolario risultano molto attente e rivelano un rispetto incondi– zionato pel manoscritto. In qualche casa, anzi, questo ri spe tto giunge a con– siderare errate le rettifiche che il Pasquali aveva con agni probabilità volutamente e, a mio parere, giustamente introdotto nella trascrizione del manoscritto stesso. Ad es. (p. 24) il P . scrive: éOkc m., éOkka f. « scornato, -a ; priva di corna » [ ... ] e il Padre Zabatta corregge : coke, m., ecc. Ora, la correzione è da ritenersi esatta quando sostituisce [ o] a [o] ma erra - e l'errore deve appartenere al manoscritto - quando vuol fare scrivere [ c] per [ é ] ; non si spiegherebbe altrimenti il femm. éokka con una affricata mediopalatale trascritta con [ c] al maschile . Inoltre, a p. 38 del testa redatto dal Pasquali, alla voce garavé « arare » il Padre Zabatta aggiunge il rinvio a aravé, che evidentemente aveva letto sul manoscritto. Ora, a pag. 14 della stesso testo troviamo bensl aravé, ga– ravé, ma corne sostantivi maschili con il valore di « frutto del (sic) Pinus Cembra » 12 . Probabilmente, il Nigra aveva omesso un lemma aravé « ara– re », per cui l'espunzione del rinvio operata dal Pasquali risulterebbe le– gittimata. Dopo queste poche osservazioni sul lavoro degli editori - osserva– zioni che non intendono del resta esaurire l'argomento - possiamo av– viare il nostro discorso sulle caratteristiche dell'opera cosl corne essa sembrerebbe apparire dal manoscrit to del Nigra. Si dica in primo luogo che il lettore non riesce a liberarsi, di fronte a queste pagine, da un'im– pressione generale di schematicità e di provvisorietà del testo 13 • Nume– rosissimi, ad esempio, sono i rinvii indicati solo parzialmente : da eybro « albero » si rimanda a abro, ma non viceversa ; la stessa casa succede per bueno, buiiio e orelye, gromon e garoly ; pepu « roccata, pennecchio » (12) Questa voce è seguita da un punto interrogativo, uno dei pochi usati da! Nigra. V. anche qui sotto, p. 278 n. 16. (13) Sull'effettivo valore di qeusta irnpressione, v. qui sotto, a p. 291.

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