BASA

V ocabolario Valdostano 279 caburna, con una discreta vena;l' · a gergale, e kruefo « lampada a mano, lume a mano » ( cfr, bielL grif ti ) . In ogni caso non mancano 1 -:d testo, cosl come ci è pervenuto at– traverso l'edizione pubblicata in « Aevum », evidenti errori di trascrizio– ne fonetica da imputarsi con ogni probabilità al manoscritto. Ricordiamo qui solo qualche esempio : arcé per arée ( o aréé ? ) ; asteghé per astege; p. 16, t· 22 : bâral; p. 23, r. 38 : cerevro per éé-; p. 24 : il già ricor– dato coke ; p. 38, r. 25 : ange gardian per ange ( e, forse, gardien) ; geietta per geé-; p. 41, r. 28: gherveys per gé-; p. 60, r. 19; pan' ê d'eyghe pet deyge; prodeghé per -f!.é ; ecc. Sono errori, questi, che si possono spiegare senza difficoltà come semplici sviste nella trascrizione. Anche i casi, del tutto isolati, di fran (p. 35), bleta di fe1i (p. 17) e arpyan (p. 14) non possono essere interpretati diversamente, in quanto la consonante nasale in fine di parola viene di norma segnata, in questo Vocabolario, con [ n] : galan, galin, gardin, ecc., nonostante il suo valore velare, ovvero il suo assorbimento nella vocale precedente, che si nasaliz– za non solo quando si tratta di una tonica 18 • Un caso a sé costituiscono arden « argento », assadé « assaggiare » e ardu « orzaiuolo », dove il segno [ d] potrebbe rappresentare o una arbitraria semplificazione introdotta dagli editori alla trascrizione della fricativa interdentale sonora [ 8] ( < G + voc . o J) seguita dal mano– scritto (ma un esplicito cenno del Pasquali alla questione 19 sembra escluderlo) oppure, più semplicemente, un errore del manoscritto, per cui si dovrebbe leggere ardfén, assadfé e ordf u 20 . Ma v'è di più : in altre parti dell'edizione Pasquali la stessa conso– nante appare trascritta con [ f] , ad es . berf é « pastore » (p. 17) e f on « giugno » (p· 77) 21 • Si tratta, evidentemente, di un errore; difficile era perà stabilire se esso dovesse essere attribuito all'Autore ovvero agli edi– tori : la soluzione del problema poteva essere trovata solo mediante il confronto con gli altri studi dialettali del Nigra (v. più avanti, p. 288 sg. ). Il Pasquali cerca anche, sulla base della trascrizione fonetica, di in– dividuare la principale zona d'origine dei materiali dialettali confluiti nel Vocabolario del Nigra 22 . Dopo aver notato che quest'ultimo scrive rego– larmente [é], [g] in corrispondenza delle affricate dentali < K, G, + voc. o J, trascritte dal Cerlogne con [ts], [dz] e dall'Ascoli con [z], (18) V. più avanti, pp. 286 e 289. (19) V. Introd. cit., p. 8. (20) Il Voc. del Cerlogne, che ignora ordû (v. più avanti, a p. 280), ha infatti ardzen, ma assadé, che potrebbero confermare indifferenternente arnbedue le ipotesi forrnulate. (21) A cui corrispondono, nel Voc. del Cerlogne, berdzé e jeun (che perà, corne avver– te l'A., si puà anche pronunziare dzeun). (22) Che esistesse una principale zona d'origine di questi materiali è provato da! fatto che parecchie voci v·engono indicate corne esclusive dell'uso della Bassa Valle, ovvero della «Valle Brusson», di Courrnayeur o dell'Alta Valle.

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