BASA

282 C. Grassi tali che quest'ultimo aveva raccolto nella Valle. In sostanza, le due opere non sarebbero state che una sola , una sola persona - l'abate Cerlogne - avendo il merito della raccol ta dei materiali. La documentazione in questione , che René Willien mise gentilmente a mia disposizione a St. Nicolas, è composta di 16 lettere (oltre ad un paio di altro genere e ad alcune cartoline illustrate di nessuna importanza per il nostro assunto ), dieci delle quali furono scritte dal Nigra al Cer– logne tra il se ttembre 1896 e il febbraio 1897, due tra il giugno e il luglio dello stesso anno, tre tra il dicembre 1899 e il febbraio 1900 e una, l'ultima, il 2 luglio 1904. Molto spesso, ma non sempre, queste lettere sono accompagnate dalla minuta delle relative lettere di risposta prepa– rate dal Cerlogne· Tutto il carteggio è in lingua francese, corretta e fluen– te quella delle lettere del Nigra , non priva di errori quella delle minute del Cerlogne (anche perché si trattava di una prima, provvisoria stesura) 33 • Nella sua lettera del 17 settembre 1896 34 il Nigra , che si diceva in quel momento impegnato in studi sui dialetti della Savoia e del Piemonte 35 esprime il desiderio di « compléter ces études par celle du Valdôtain, qui est si intéressant, et si injustement négligé jusqu'à ce jour». Egli chiede pertanto un aiuto all'abate Cerlogne (che nel pubblicare presso l'editore Clausen di Torino la sua Petite Grammaire du Patois V aldôtain aveva) preannunziato un Dictionnaire Valdôtain) e gli invia un elenco di parole (che è andato perduto) alle quali il Cerlogne avrebbe dovuto aggiungere la corrispondente traduzione valdostana. Egli propone inoltre di contri– buire, « pour pur amour de la science », alle spese necessarie a pubbli– care il dizionario, che naturalmente avrebbe portato il nome del Cerlogne. E conclude : « Si le dictionnaire n'est pas prêt pour la publication, au moins pourriez-vous faire faire une copie manuscrite de la partie que vous avez déjà recueillie, c'est à dire des mots Valdôtains déjà rassemblés dans vos cahiers, et la mettre à ma disposition, con tre la rétribution et le rem– boursement de dépenses, que vous voudriez bien m'indiquer». La risposta del Cerlogne non ci è nota , ma il suo tenore puo essere (33) Il tutto è ottimamente conservato in una busta di carta pesante e di colore scuro, di formata 18 x 14 x 3 cm. circa, sulla quale è incollata un'etichetta che porta scritto, ad opera di una mano che non deve essere quella del Cerlogne, Conte Nigra. Al di sotto dell'etichetta, in carattere molto più grande e in matita rossa, è segnato : 39°, cifra che probabilmente corrisponde all'ordinamento che ad un ccrto momento era stato data al– l'epistolario. Sempre sulla stessa facciata della busta grande si trovano : in alto, un sigillo cartaceo con l'emblema dello Stato italiano in rilievo bianco su sfondo rosso e, intorno, la dicitura : Ambasciata di S. M. il Re d'Italia - V ienna, che deve essere stato ritagliato da una delle buste (pure conservate ) che contenevano le lettere ; in basso, un sigillo di ceralacca e l'eti– chetta di una raccomandata spedita dall'Ufficio Postale n. 11 di Vienna. Infine, su un'altra etichetta incollata sui dorso lungo sinistro della busta grande, la stessa mano che ha scritto sul davanti ha ancora tracciato, in caratteri pili grandi : Contç Nigra. (34) Una precedente lettern del 3 settembre, alla quale il Nigra fa riferimento nella stessa del 17, non prvenne nni al Cerlogne. (35) Nulla sappiamo di questi studi sulle parlate savoiarde. Il cenno a quelle piemon– tesi puà invece riferirsi al lavoro, che il Nigra pubblicà nel 1901 , sui dialetto di Viveronc.

RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=