BASA
Vocabolario V aldostawJ 285 dazioni - forse non ne aveva capito bene l'importanza - e si limita a trasmettere al Nigra, che già le conosceva, la stessa nota a stampa con– tenente le « avvertenze » che egli aveva pubblicato nel 1893 unitamente alla « Petite grammaire ». Nella sua Jettera del 16 novembre il Nigra ri– pete pertanto : « je vous prierai de m'indiquer au juste di dz a un seul son, ou bien s'il en a deux. Dans la note imprimée ... il n'es t pas bien ex– pliqué si, par exemple, dzor se prononce comme l'italien gior-no et le piémontais giour-n (sans faire sentir ]' i), ou bien si on prononce comme le piémontais dzoura « dessus ». De même tsaret doit-il se prononcer cia– ret, ou bien tsaret ? ». La successiva lettera del Nigra, scrit ta il 30 novembre, lamenta la mancata risposta del Cerlogne alle sue domande e ripete : « dz se pro– nonce-t-il comme dans le nom piémontais Giaco, sauf l'i, ou bien comme dans le piémontais dzoura « dessus » ? ». Inoltre : « Quant au ts, je re– tiens qu'il se prononce comme dans le piémontais ciâo, ciair « clair », ciô « cloud », civrin « fromage de chèvre ». Si je me trompe, ayez la bonté de me corriger » 39 • Evidentemente, mancava su questo punto una possibilità d 'intesa tra i due corrispondenti in quanta mentre il Cerlogne, da un lato, dava prova dell'insufficiente acribi a tipica di certi studiosi locali, il Nigra, dal– l'altro, dimostrava di non possedere la minima conoscenza delle parlate valdostane e dell'effettivo grado di parentela che le legava ad esempio alle parlate della Val Soana, che già aveva studiato . Nella lettera seguen te ( dell' 11 dicern.bre) il Nigra scrive : « Je vous remercie de la réponse sa tisfaisante que vous avez faite à mes demandes d'éclaircissements ». Siccome pero il nostro carteggio non conserva la minuta lettera del Cerlogne alla quale il Nigra si riferisce, non siamo purtroppo in grado di precisare se i chiarimenti forniti fossero esatti o se, piuttosto, non diedero luogo ad un equivoco che causo l'erronea tra– scrizione fonetica seguita dal Nigra nella stesura del manoscritto. Ce lo farebbe sospettare la minuta senza data 40 di una lettera in· viata insieme al plico contenente le ultime 1.250 voci, in cui il Cerlogne scrive : « Permettez que je vous dise que pour vous faciliter votre ( sic) travail sur le dialect Valdôtain il faut être ... plus italien que français». E a conferma di questa sua asserzione egli ricorda alcuni aneddoti, dai quali risulta che colora che parlano italiano riescono a pronunziare il val– dostano meglio dei Francesi o di « quelques savants français de notre (39) L'insistenza del Nigra su qucsto punto è comprensibile ove si tenga presente che la spiegazione che il Cerlogne <lava scgno [ts] (che per lui vale una affricata dentale medio– palatale sorda : « Ts. Combiné s'emploie, assez suvent, pour ch des mots frança is. Ex.: tsaret, chariot; blantsi, blanchir; Ts (comme dz) forme un son mixte ; pour l'obtenir il faut appuyer la langue contre les dents en prononçant : sa, sé, si, so, su» . V. Dictionnaire cit., p. 10. La stcssa inesattezza e ambiguità si riscontra anche nella definizione del segno [dz] chc corrisponde ad una affricata dentale sonora. V. Dictionnaire cit., pp. 8 e 14. (40) La relativa risposta del Nigra è del 17 febbraio 1897, per cui non ci è difficile pensare che tale minuta sia stara scritta non più di 5-6 giorni prima.
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