BASA

Mati della Valle d'Aosta nef 1853 319 tanto severa corne da taluni si accenna, sia per rnero spirito di parte si pretenderebbe ». Il numero degli arrestati aumentava, intanto, considerevolmente e nel mese di gennaio superà i 530, che sia nei piccoli centri della valle sia nel capoluogo solo con malta difficoltà poterono essere sistemati. A Verrès, ad esempio, seconda un dornmen to del 7 febbraio, da 40 a 45 detenuti erano alloggiati parte nella casa comunale , parte nella caserma dei carabinieri e altri in case private. Nel capoluogo, poi, per l'insufficien– za delle carceri giudiziarie, si ricorse alle scuole, ai sotterranei di alcuni palazzi privati e, infine, con il consenso del vescovo, alla cappella di Santa Croce, vas ta e capace. Qui furono sistemati 133 individui, le cui condi– zioni, perà, dopo alcuni mesi cominciarono a preoccupare le autorità. « Quei detenuti (scriveva al ministro dell'interno il 2 aprile l'intendente Chiarottini, che aveva sostituito Racca dal 12 gennaio) comeché non si trovino per ora minacciati da alcuna mal attia che possa inquietare, sono ad ogni modo lordi di scabbia ed altre immondezze, da cui entro non lungo tempo potrebbero prodursi non lievi malori. Di cià puà dar a te– mere oltre all'accennato stato di immondezza la circostanza che non es– sendo la mentovata cappella molto vas ta, vi si trovano quei detenuti trop– po stivati ; posizione che puà rendersi più pericolosa a misura che cesserà il freddo invernale .e sottentreranno i tepori della primavera ». Qualche giorno dopo i detenuti cominciarono a tumultuare perchè avevano ap– preso che il dibattimento per la loro causa non avrebbe avuto luogo prima di luglio o di agosto . In seguito a questa sommossa alcuni « malaticci » furono inviati al carcere provinciale e affidati al medico del luogo e le condizioni di abitabilità della cappella vennero sensibilmente migliorate, anche per i preoccupanti rapporti del medico delle prigioni di Aosta, Alby. Mentre l'istruttoria foceva il suo corso, la calma della valle non fu turbata da alcun incidente di rilievo . Si nu triva sempre, perà, qualche ti– more da parte delle autorità, specie in occasione di manifestazioni religio– se che vedevano riunite masse compatte di valligiani. Nel mese di maggio, ad esempio, l'intendente di Aosta ricevette, da parte dei cittadini della valle, una richiesta di recarsi in processione al santuario della madonna di Gardaz percorrendo i paesi di Verrès, Arnaz, Donnaz, Bard, Pont-St.– Martin . Ordinariamente l'autorizzazione delle autorità civili era puramente formale e veniva sempre concessa, ma a pochi mesi dall'insurrezione non sarebbe stato pericoloso consentire il passaggio di migliaia di fedeli pro– prio attraverso i paesi che erano stati il centra dei moti ? E d 'altronde non era una soluzione peggiore non concedere il permesso, una volta che l'ordinario della diocesi aveva già dato 1=er il iscritto il suo consenso ? Il ministero dell 'interno diede il permesso per la manifestazione, ma il fatto che l'intendente non si fosse voluto assumere la responsabilità né del rifiuto né del permesso è abbastanza significativo per intendere lo stato d'animo delle autorità locali della Valle dopo i fo tti di dicembre.

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