BASA
320 G. T11/amn L 'istruttoria , intan!o , volgeva al termine e il conte Avogadro , dopo aver esaminato olrre 400 dossiers, rinvià a giudizio 120 persone di cui 25 assenti. Si trattava in grandissima maggioranza di Lvoratori dei campi, e, in genere, di persone di umile condizione sociale. Su 80 di cui si conosceva il mestiere 52 erano contadini, 5 segatori, 4 carbonai, 2 mura– tori, 2 fabbri , 1 conciatore, 1 vetturale ecc . ; c'erano poi 4 sacerdoti , 1 sindaco, 3 consiglieri comunali, 2 maestri. La sezione di :::ccusa formulà la sua sentenza il 10 luglio c proprio nella not re succcssiva 9 detenuti riuscirono ad evadere dalla fortezza di Bard . Secondo un rapporto del coman– dante militare della fortezza all'intendente generale di Ivrea del 15 luglio, i detenuti erano riusciti ad allargare le sbarre dell'infermeria con una rastrelliera, poi avevano unito quattro lenzuoli pcr calarsi in una strada esterna del forte che non era sorvegliata da sentinelle « per mancanza di personale ». I fuggiaschi erano riusciti cosl a ge ttarsi fra i dirupi adiacenti alla fortezza e a porsi in salvo rifugiandosi in Svizzera. Il processo contro i 78 imputati presenti ( ridotti successivarnente a 77 per la morte in carcere di un de tenuto) ebbe inizio il 1° gennaio 185 S. La corte era presieduta da Gaetano Deleuse e gli imputati erano difesi da un numeroso collegio che contava, tra gli altri, Conforti, Buniva, Brof– ferio, Chiaves, Tecchio . La allocuzione del presidente in apertura del cli– battito fece intendere quali erano gli umori del collegio giudicante. Egli, dopo aver assicurato gli accusati della imparzialità della Corte che avrebbe considerato gli imputari innocenti fino a che non si fosse dimostrato il contrario, aggiunse che nessuna passione sarebbe entrata in quel « santua– rio della giustizia » : « que si les passions tentassent jamais de violer cette consigne rigoureuse ( concluse) , soyez-en sûrs, accusés, mes Collègues et moi nous saurions leur crier de toutes nos forces : Arrière . 1 on ne paS'ie pas ' Nous saurions les refouler, nous sarions les mettre à la porte »· Dove ci sembra evidente la punta fortemente polemica nei confronti di certi atteggiamenti tenu ti dalle autorità governative. Il processo durà ol– tre due mesi : finalmente il 9 marzo si ebbe la sentenza : Antonio Valleise fu condannato a 7 anni di reclusione per saccheggi avvenu ti a Verrès , Pietro Vincenzo Deana a 5 anni (con la attenuante della minorità) per saccheggi a Quart, 3 anni di reclusione ciascuno a Tommaso Perruchon, Giuseppe Bordet, Giuseppe Borney e Giovanni Battista Navillod per com– plicità in saccheggio, 18 mesi a Giacomo Anserné ed Alessio Duroux per minacce al sindaco di Brissogne e violazione di domicilio ai danni di un cittadino di Chiitillon, 1 anno a Bartolomeo Garavet per il bruciamento di una bandiera nazionale a Issogne e lacerazione di un 'altra a Verrès. Nove condanne su settantase tte incriminati . Tutti i reli giosi assolti. La sentenza smentiva, cosl , senza possibilità di dubbio l'accusa di atten– tato alla sicurezza interna dello Stato e la complicità del clero nella pre– parazione del movimento. Gli stessi condannati furono riconosciuti colpe– voli tutti, tranne uno che aveva bruciato una bandiera nazionale e lace·
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