BASA

Mati della Valle d'!lnsta ncl 1853 321 ratane un 'altra, soltanto di reati cornuni , quali saccheggio di edifici pub– blici o privati e violazione di domicilia. Se si pensa alla straordinario f'U– mero degli arrestati, che aveva largamente superato i cinquecento, ai nu– rnerosi fermi e agli arresti di ecclesiastici non si puà restare colpiti dalla conclusione del processo che fu considera to nella Valle corne un pieno trionfo del partita clericale 16 • Per intendere il clirna nel quale si svolse l'intero dibattimento, oc– corre riandare all'at teggiamento ostile assun to dalla rnagistratura piemon– tese, dopo il '48, nei confronti del nuovo ordine costituzionale e della po– litica ecclesiastica dei governi liberali, i quali , d'altra parte, rnirarono subito a epurare la magistratura dagli elernenti più retrivi e conservatori. Nel 185 1 vennero collocati a riposo alcuni alti magistrati ; l'anno succes– sivo il consigliere di cassazione Costa della Torre fu processato e condan– nato a 2 rnesi di carccre e a 2.000 lire di multa per aver pubblicato un saggio ( intitolato Della giurisdizione della Chiesa cattolica su! sacramen– to del matrimonio) nel quale attaccava la poli tica ecclesiastica del governo 17 • Il contrasta si acui con l'assunzione (ottore 1853) del rninistero di grazia e giustizia da parte di Urbano Rattazzi, sos tenitore di un effettivo con– trollo del governo sulla rnagistratura, corne risultà chiaro da un suo pro– getto di legge che, cadu to per la fine della legislatura, riapparve sostan– zialrnente nella legge 13 novembre 1859 18 • Proprio discutendo di questo prngetto . L 'Armonia del 1 gennaio 1854 scriveva : «Guai al consigliere e al giudicc la cui figura fosse al rninistro antipatica. E guai ancora a chi non farà il voler suo tu tto e per tutto ! Supponete che egli voglia ad ogni costo condannati i parrochi della Valle d'Aosta . Ha in mano un'arrna po– tentissirna per riuscirvi. 0 i magistrati condannino i parrochi, o più tardi , votata questa legge , saranno traslocati in Sardegna ». In questo clima di accese e violente polerniche, il processo per i moti valdostani, assunse un significato politico preciso : assolvendo tutti colora che non avevano cornmesso reati comuni, negando la responsabilità del clero nel moto, cioè rifiutando net tamente l'intera interpretazione go– vernativa dell'insurrezione, la rnagistratura piernontese intese riafferrnare la sua piena autonomia dal potere esecutivo e, insieme, la sua disapprova– zione per certe tendenze prevalen ti nell 'ambito de11a compagine governativa. Sarebbe erroneo , quindi , contrapporre una irnpostazione « politica » del processo da parte del governo e una impos tazione (corne dire ?) strettamente giuridica da parte dell a magistratura, perchè in realtà ci si trova dinan zi a due impostazioni parimenti politiche il cui contrasta è (16) Il conte Crotti (corne scriveva l'i ntcndcnte Chiarotti ni al ministro dell 'interno il 17 marzo) aveva in animo d i festegg iare i s~cerdoti ne! suo rnstello «con uno splenclido pranzo sa lutato sui fin ire da un corpo di musicanti ». (17) Su tutto il problema cfr. il recenrissi,;10 volume di M. D'Anmo, Politica e ma– .~istratura (1848-1876), Milano, 1966. (18) M. D'Anmo, op. cil., pp. 35 sgg.

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